Cronaca / Oggiono e Brianza
Giovedì 30 Aprile 2020
Per sè e per gli altri
Tanti hanno fatto
il “test del sindaco”
A Suello il primo giorno degli esami
Si sono prenotati in 650, ieri le prime 350 prove
Sulle 700 famiglie del paese, 650 cittadini hanno aderito all’opportunità di eseguire il test sierologico al prezzo politico di 45 euro, nella palestra allestita come infermeria: un’occasione offerta, su base volontaria, dal Comune, per ora limitata ai residenti.
Ieri, i primi 350 si sono sottoposti al prelievo del sangue, selezionati tra gli iscritti che devono rientrare, a giorni, al lavoro. Entro la settimana, verrà comunicata la prossima data, per i restanti 300 residenti: pensionati, casalinghe, persino bambini. L’accesso è avvenuto in modo scaglionato e disciplinato: l’organizzazione, col supporto dei volontari della Protezione civile della Croce Verde di Bosisio Parini, è stata efficiente; nell’impianto sportivo annesso alla scuola elementare sono stati tracciati i percorsi di accesso e di uscita. Chi si era iscritto, aveva già ricevuto moduli e orario esatto: non ci sono stati assembramenti, bensì una fila continua e scorrevole di persone, distanziate sia durante l’attesa sia nelle quattro postazioni di prelievo all’interno. Tra i prenotati, anche un medico di base col sostituto, la moglie e l’addetta alle ricette del suo studio; una rianimatrice dell’ospedale; infermieri; operatori di case di riposo del territorio. Insomma: tutti coloro ai quali sia il tampone, sia il test sierologico non è stato finora praticato o, addirittura, negato.
«Sui suellesi – ha ricordato il sindaco, Angelo Giacomo Valsecchi - sono stati effettuati solo 31 tamponi, da inizio marzo a oggi, su altrettanti ricoverati, nonostante un elevato numero di persone con sintomi riconducibili al virus, ma lasciate a casa senza diagnosi; già così, il numero dei positivi evidenzia un’incidenza comunque enorme: abbiamo avuto nove decessi e altri 70 cittadini dichiarati “in sorveglianza”; dunque, percentuali nemmeno lontanamente rapportabili alla media provinciale, che è di 6 contagiati ogni mille abitanti. Per questo abbiamo deciso di non attendere la Regione, come suggerito insistentemente da Ats: i test sierologici che quest’ultima sta intraprendendo riguardano, specifiche categorie, e non la generalità della popolazione».
Ieri, in coda, tutti a plaudire «al sindaco e alla sua determinazione»; tanti anche i “like” e i commenti positivi sui social. Luca Rigamonti ha la moglie medico, in prima linea in ospedale: «Ci siamo iscritti al test sia io, sia mio cognato e la settimana prossima, porterò anche nostro figlio. Vogliamo sapere come stiamo, come ci dobbiamo muovere; se il bambino può andare a trovare il nonno o può trasmettergli qualcosa». Claudio Frigerio è tra chi ritiene «un diritto eseguire accertamenti, a titolo precauzionale per gli altri e informativo, per se stessi». Martina Valsecchi è «asintomatica, ma gestisco un negozio – dice – e, quindi, voglio sapere se ho preso il Covid19: sia per me, sia come forma di rispetto per i miei clienti». Cesare Saldarini è «lavoratore nel metalmeccanico: sto per entrare in ditta – dice – e non sono certo che il datore di lavoro mi sottoporrà al test; quindi, preferisco farlo». Anche Roberto Lercare, «dipendente nel settore farmaceutico» la pensa allo stesso modo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA