Oggiono, la Cassazione annulla

«Un giorno di preghiera non è moschea»

Alla fine del 2018 la condanna del legale rappresentante dell’associazione “La Rosa” - Ora un nuovo colpo di scena con il ribaltamento e il processo tutto da rifare in Appello

Oggiono

Tutto da rifare. La Corte di Cassazione ha annullato (con rinvio) la sentenza con la quale la Corte d’Appello di Milano aveva condannato Oumar Sylla, legale rappresentante dell’associazione “La Rosa”, per la vicenda della “moschea” di vicolo Sant’Agata.

Alla fine del 2018, accogliendo il ricorso del pubblico ministero Paolo Del Grosso, la Corte d’Appello – ribaltando a sua volta la sentenza di primo grado pronunciata a Lecco il 21 luglio 2017, con l’assoluzione dell’imputato – aveva ordinato «l’immediato rilascio dell’immobile, libero da persone e cose».

Nella sentenza, i giudici della Corte di Cassazione specificano come: «non basta a configurare il mutamento della destinazione d’uso la semplice riunione in preghiera in un giorno della settimana poiché di uso incompatibile o difforme può parlarsi se l’attività di preghiera non sia riservata solo ai membri dell’associazione».

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