Molteno, assemblea sui cambiamenti della raccolta dei rifiuti

Si è parlato della nuova normativa su erba, siepi e ramaglie

È finito un incubo per i giardinieri (ovvero, per chi fa «cura del paesaggio pubblico e privato») e - secondo Silea e i cittadini - ne comincia un altro nelle piattaforme comunali di raccolta differenziata dei rifiuti: venerdì sera, in una partecipata assemblea pubblica in municipio, Stefano Caldirola - di Silea, appunto - ha annunciato la nuova normativa pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la mattina stessa: erba, siepi e ramaglie non sono più rifiuti speciali.

«Possono esultare i giardinieri - ha detto Caldirola - rispetto al giro di vite che eravamo appena riusciti a imporre loro; da lunedì, possono tornare a scaricare nelle ecostazioni dei Comuni dove hanno la sede operativa il verde tagliato magari chissà dove. Con un paio di carichi, riempiranno probabilmente i cassoni delle piattaforme più piccole e i cittadini con in macchina lo sfalcio dei propri giardini dovranno tornare a casa per mancanza di spazio; stiamo studiando - ha avvisato - contromosse come la dichiarazione dei clienti dove eseguono i lavori».

Il sindaco di Molteno, Giuseppe Chiarella, ha concordato «sul rischio di esplosione dei costi a carico delle collettività». Il caso, finora, era nato (come si ricorderà) soprattutto a Ello, ma l’altra sera se ne è parlato a Molteno dove la popolazione era convocata sulle novità tecnologiche appena introdotte nell’ecostazione intercomunale a seguito degli investimenti di 250.000 euro di fondi Pnrr. Secondo i cittadini (ma Silea ha negato) «il totem all’ingresso crea inutili file, magari con 35 gradi, per giunta su una strada a rischio perché percorsa da tanti camion». La necessità di identificarsi con la tessera sanitaria e di cliccare la tipologia dei rifiuti conferiti serve, per Silea, «a fare statistiche accurate e a migliorare gli orari di apertura e la logistica». L’esistenza del lettore di targhe è stata confermata (come lamentato nelle scorse settimane dagli utenti di Bulciago) ma «in uso solo per le utenze non domestiche, cioè le ditte, per verificarne l’iscrizione nell’apposito Albo, che le autorizza ai sensi del “2 bis” al trasporto dei rifiuti “per conto proprio”. Il trasporto dei rifiuti altrui è, invece, “per conto terzi” e richiede una diversa (costosissima) iscrizione»; tuttavia, questo è proprio il punto: chi usa il furgone della ditta per aiutare amici o vicini a trasportare erba, ramaglie, divano da buttare o quant’altro effettua un “trasporto in conto terzi”, e viola la legge; chi usa il furgone della propria ditta per trasportare i propri sfalci di giardino, mentre la sua azienda fa tutt’altro, in ecostazione non può entrare perché il totem gli legge la targa.

La soluzione? «Noleggiare un mezzo per uso temporaneo, con intestazione alla stessa persona fisica della tessera regionale o carta d’identità». In assemblea c’è stato chi l’ha definito «assurdo: chi può avere il furgone, va a noleggiarne un altro». Anche per lo storico amministratore comunale Carluccio Molteni «c’è da pentirsi di essere stati tra chi ha avviato la raccolta differenziata; di questo passo, si incentiva la gente a buttare i rifiuti nei boschi», ma per Caldirola «le norme sulle ditte vigono da 18 anni in Italia: nel Lecchese erano disattese». Come sottolineato dal sindaco di Garbagnate Monastero, Mauro Colombo, «le norme sono nazionali e non le decidono i Comuni: la nostra ecostazione, dotata anche di centro del riuso e di recupero dei tessuti, è un gioiellino in tutta la provincia».

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