Cronaca / Oggiono e Brianza
Giovedì 03 Dicembre 2015
Migranti: il patto
è realtà con sei no
Approvato dai sindaci Il Pd serra i ranghi e riesce a far passare l’intesa nonostante il voto contrario del centrodestra
Quattro livelli di accoglienza: da Ferrhotel e Bione a strutture più piccole, fino al passaggio ai Comuni e poi allo Sprar
L’Accordo territoriale per la realizzazione di un sistema integrato di accoglienza per richiedenti protezione internazionale nel territorio della Provincia di Lecco è stato approvato: l’arrivo dei migranti sarà subordinato alle regole che i sindaci si sono dati, seppure a maggioranza.
Qualcuno ipotizzava che tra i sindaci del centrosinistra ci potesse essere qualcuno che, non condividendo al 100% i contenuti e i futuri effetti del protocollo, si disallineasse e, prendendo le distanze rispetto ai colleghi amministratori di centrosinistra, votasse contro il documento. In questo senso era stato letto anche l’appello del Pd a serrare i ranghi ai “propri” sindaci.
Ma Conti si “sfila”
Invece, ad esprimersi in senso negativo sono stati amministratori di centrodestra, ovvero i rappresentanti dei Comuni di Oggiono, Ello, Oliveto, Lierna, Pescate e Ballabio.
Giuseppe Conti, primo cittadino di Garlate che aveva già espresso perplessità alla vigilia della conferenza dei sindaci di ieri, ha annunciato l’intenzione di astenersi a causa delle criticità che il documento non è in grado di risolvere; ma essendosi protratta la seduta per oltre due ore ed avendo lo stesso Conti un impegno, non ha infine partecipato al voto.
Gli interventi degli amministratori presenti, comunque, sono stati numerosi e articolati e neppure gli esponenti di Pd o liste civiche afferenti a quest’area politica, pur poi avallando l’accordo, hanno messo l’accento sugli aspetti critici della situazione, quelli che i Comuni non sono in grado di affrontare e risolvere con le proprie forze.
Dinanzi al prefetto di Lecco, Liliana Baccari, presente con il capo di gabinetto della prefettura Stefano Simeone, e al presidente della conferenza dei sindaci Felice Baio, con il direttore distrettuale Asl Luca Sesana a fare gli “onori di casa”, svolgendosi l’assise in seno all’Azienda sanitaria, si è chiesto da più parti che a fronte di una situazione di emergenza umanitaria conclamata si stimolino Governo e Parlamento ad emanare leggi straordinarie che permettano ai sindaci di intervenire e risolvere le criticità.
Qualcuno ha rivolto un pensiero ai piccoli Comuni che fin hanno subito questa situazione in modo più marcato, come Cremeno ed Esino, sottolineando la necessità di una “giusta solidarietà” tra Comuni perché ci si faccia carico in modo più equo di questa presenza. Inoltre, è emerso anche l’auspicio che questo accordo possa essere preso ad esempio anche da altri territori, per permettere agli enti locali di fare rete.
Il braccio operativo
Inoltre, aspetto non secondario, grazie a questo documento la Comunità Montana Valsassina, organismo tecnico che sarà di fatto il braccio operativo del protocollo, percepirà un euro al giorno per ciascun profugo, disponendo quindi dei fondi necessari a gestire gli aspetti della partita su cui si avrà competenza.
Quattro, dunque, i livelli disposti con l’accordo. La prima accoglienza avrà luogo a Lecco (Ferrhotel e Bione) per identificazione e concessione del permesso di soggiorno provvisorio. Quindi, trasferimento al centro di seconda accoglienza, in strutture con capacità superiore alle trenta persone, dove verranno effettuati corsi di italiano, visite mediche e informazione sulle regole, diritti e doveri, vigenti in Italia. La terza fase sarà quella territoriale, con l’accoglienza diffusa sui Comuni, con una quota massima del 3 per mille per evitare presenze sproporzionate rispetto al numero dei residenti. Infine, tappa allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), dove si ottiene il riconoscimento dello status di profugo dopo gli accertamenti del caso.
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