Cronaca / Oggiono e Brianza
Sabato 28 Maggio 2016
Lecco. König, addio catene
Ma c’è un progetto per la logistica
Nella trattativa si è aperto uno spiraglio, l’azienda si impegna a trasformare il sito di Molteno e ad agevolare l’uscita dei lavoratori in esubero
Uno spiraglio? Sì, nella vertenza König si è aperto uno spiraglio. O per dirla con le parole di Giovanni Gianola (Fim): «Nel buio pesto adesso vediamo qualche punto di luce».
È poco? È tanto? È il risultato dell’incontro tra il consulente König Giovanni Zancopè e i rappresentanti dei lavoratori. C’erano: Luigi Panzeri (Fiom), Giovanni Gianola (Fim) e i delegati di fabbrica. Alla riunione ha partecipato da “uditore” anche Emanuele Poppa (Uilm). Da dove arriva il punto di luce? Dalla disponibilità della König a trasformare il polo produttivo di Molteno in una piattaforma logistica che serva tutt’Italia. Come prima conseguenza si avrebbe una riduzione nel numero degli esuberi che - secondo la procedura di mobilità avviata - ora sono 106. La trasformazione della fabbrica di Molteno in un polo logistico apre la possibilità di provare a costruire un piano riorganizzativo da sottoporre ai tecnici del ministero dello Sviluppo economico. E se i ministeriali diranno: ok, il piano è giusto, si potrà utilizzare un anno di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione.
Ma c’è dell’altro nel verbale di riunione che le parti hanno firmato al termine dell’incontro e che verrà inviato al ministero dello Sviluppo, in previsione del vertice dell’8 giugno.
Cosa c’è? C’è la disponibilità König a proporre ai lavoratori la mobilità incentivata verso un altro posto, o verso la pensione. C’è la disponibilità a mettere sul tavolo soldi per incentivare le dimissioni, e a valutare gli aspetti organizzativi per un possibile ricorso al part time strutturale, e al distacco. Inoltre, l’azienda aiuterà progetti di outplacement (ricollocazione) dei lavoratori, attraverso piani di riqualificazione professionale. In sostanza, nell’incontro di ieri König ha confermato la decisione di non produrre più le catene a Molteno (perché anti-economico): la produzione verrà portata in Carinzia e in Repubblica Ceca. Ma nel contempo, König si è dichiarata pronta a valutare il ricorso a tutti gli strumenti che rendano la de-localizzazione meno pesante, si potrebbe scrivere meno impattante (ma è brutto) sul piano occupazionale e sociale del territorio.
Abbiamo esposto i risultati dell’incontro di ieri, cercando di restare prudenti per non ingenerare nei lavoratori speranze che potrebbero andare deluse. E anche i sindacalisti sposano la linea della cautela. Luigi Panzeri (Fiom): «Abbiamo firmato un verbale di riunione che ci consente di andare al ministero con qualche elemento per provare a costruire un progetto che sia alternativo alla semplice cessazione produttiva. Ma abbiamo fatto solo un primo, piccolo passo di un cammino ancora molto lungo e difficile». Stessa prudenza nelle parole di Giovanni Gianola (Fim): «Abbiamo verificato che c’è una disponibilità aziendale ad articolare un progetto che attenui l’impatto della de-localizzazione. Per il momento abbiamo questo, e dobbiamo stare attenti a mantenerci prudenti nei giudizi. Diciamo che abbiamo qualcosa sul quale provare a costruire un percorso che dia delle tutele ai lavoratori. Qualcosa di più lo sapremo dopo l’incontro al ministero».
Enrico Azzaro, segretario della Uilm, specifica che la sua organizzazione «ha partecipato all’incontro come uditore perché riteniamo che sia stato un errore convocare l’incontro prima di andare al ministero ed in presenza di una procedura di mobilità aperta per 106 persone. Un numero che renderà molto difficile l’accesso alla cassa integrazione straordinaria perché secondo le nuove norme, dopo la riorganizzazione, l’azienda deve riuscire a riassorbire il 70% degli esuberi dichiarati. E i numeri sui quali ci stiamo confrontando sono lontani da tale obiettivo».
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