Lavori sul corso del Gandaloglio: la diffida delle associazioni ambientaliste

Parte la «diffida» contro i lavori - che si scoprono milionari - di sistemazione delle sponde del torrente Gandaloglio . Se proseguiranno, il “Circolo Ambiente Ilaria Alpi” procederà «con le denunce: il rischio - avverte il presidente Roberto Fumagalli - è la perdita di naturalità del torrente, già deturpato nelle scorse settimane - ricorda - col pesante taglio della vegetazione». La diffida ora è rivolta alla “Comunità Montana Lario Orientale - Valle San Martino”, inoltre è stata inviata anche alla Regione (che finanzia i lavori) e ai sindaci di Dolzago, Ello e Colle Brianza.

Il “Circolo Ambiente Ilaria Alpi” già lo scorso aprile si era unito ad altre sei associazioni ambientaliste - una cordata più unica che rara - per contestare il pesante taglio di alberi nei territori dei tre comuni. Adesso, nel mirino c’è la delibera della Giunta esecutiva della Comunità Montana su ulteriori «interventi urgenti e prioritari per la mitigazione dei rischi idrogeologici»; per gli ambientalisti, tuttavia, la «rimodellazione del versante, il posizionamento di un sistema di drenaggio delle acque e - tutte opere indicate nel progettone - la realizzazione di (cosiddette) nuove difese spondali sul Gandaloglio sono tutt’altro che necessarie».

Il loro impatto anche economico sarà massiccio: «800.000 euro - si apprende - è la cifra stanziata per il lotto 1». La preoccupazione del Circolo ambientalista è che «il letto e le sponde del Gandaloglio vengano deturpate, molto più e in maniera più profonda di quanto già causato dal taglio della vegetazione della scorsa primavera. Per questo è partita la diffida nei confronti della Comunità Montana, chiedendo appunto di evitare qualsiasi intervento inerente l’alveo e le sponde del torrente.

È infatti ampiamente dimostrato che gli scavi in alveo determinano notevoli problematiche ambientali ed idrogeologiche. I fenomeni di erosione che gli scavi provocano si propagano a monte e a valle per chilometri, comportano la modifica delle pendenze naturali, l’aumento della vulnerabilità delle infrastrutture come i ponti, il degrado dell’ecosistema, con perdita per esempio delle zone umide e della biodiversità».

Per il Circolo «devono essere evitati tutti i lavori eseguiti con mezzi meccanici, come escavatori e camion, nell’alveo del torrente; non ci deve essere modifica delle sponde, finora per lo più naturali, e va evitata qualsiasi rettifica o escavazione del letto. I rischi sono ben evidenti - per Fumagalli - e da ciò la nostra diffida, la quale seguiranno denunce alle Autorità superiori, anche a futura memoria, in caso poi di conseguenze per l’incolumità di persone o cose».

Le piene del Gandaloglio si sono già rivelate fortemente distruttive in passato. Il sindaco di Oggiono, Chiara Narciso - sul cui territorio il Gandaloglio scorre per gran parte - ha ribadito anche nei giorni scorsi «quanto sia impressionante la sua capacità di trasformarsi, in caso di pioggia, da tranquillo torrentello a fiume paurosamente impetuoso».

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