Cronaca / Oggiono e Brianza
Lunedì 02 Maggio 2016
«König: tante promesse
Una presa in giro»
Maurizio Colombo, da 36 anni in azienda, parla dello stato d’animo dei dipendenti dopo l’annuncio, la nuova proprietà austriaca ha deciso di sospendere la produzione in Brianza dichiarando cento esuberi
La notizia della ventilata prossima chiusura della König di Molteno ha lasciato tutti di stucco. La decisione della proprietà austriaca di chiudere la sede lecchese e portare l’azienda in Carinzia e nella Repubblica Ceca, è stata un fulmine a ciel sereno. Ora 106 dei 130 dipendenti rischiano il licenziamento. Un’altra bella batosta per il nostro territorio e per quelle 106 famiglie improvvisamente messe con le spalle al muro.
Ne parliamo con Maurizio Colombo, 55 anni, da 36 dipendente della König. Membro della Rsu dell’azienda, è rimasto, come tutti, spiazzato dalla decisione della proprietà: «Lavoro alla König dal 1980 e sinceramente non mi sarei mai aspettato un simile epilogo. C’erano voci di una possibile ristrutturazione, di un nuovo piano industriale, ma nessuno avrebbe mai ipotizzato una proposta del genere».
Maurizio Colombo ricorda con piacere i tempi d’oro della sua azienda: «Ho lavorato con i due principali soci, ed erano veramente altri tempi. C’era un’azienda che funzionava e cresceva e, soprattutto, c’era un rapporto umano con i due proprietari, che lavoravano in mezzo a noi. Tutto è cambiato nel 2002 con l’arrivo del gruppo svedese Thule. I primi anni sono andati bene poi il mercato delle catene da neve è rallentato e sono cominciati i problemi. C’è stata riduzione del personale con i prepensionamenti ed infine gli ultimi due anni abbiamo notato un vero e proprio calo di interesse da parte della proprietà. Tutto questo è stato il preludio alla vendita della König al gruppo austriaco Pewag».
Anche il nuovo proprietario aveva fatto promesse purtroppo non mantenute: «Si erano presentati parlando di investimenti e di rilancio e soprattutto avevano detto chiaramente che avrebbero salvaguardato i posti di lavoro. Ieri hanno tolto la maschera e rivelato le loro intenzioni, che porteranno alla chiusura della sede di Molteno».
Venerdì pomeriggio i dipendenti della König hanno dovuto prendere atto che la proprietà porterà tutto all’estero e le reazioni non sono mancate: «Eravamo tutti molto arrabbiati e non poteva essere diversamente. Ci siamo sentiti presi in giro, innanzitutto dalla Thule che all’atto della vendita aveva assicurato il mantenimento dei posti di lavoro e poi dai nuovi proprietari, che dopo pochi mesi intendono smantellare una realtà industriale che ha fatto conoscere il marchio König in tutto il mondo».
Ora inizia la battaglia sindacale per salvare il salvabile, anche perché la situazione è quella di un’azienda i cui dipendenti non sono più giovanissimi: «La maggioranza di noi ha un’età che va dai 45 ai 55 anni, non sono molti quelli sotto i quarant’anni. Ci sono poi una quarantina di donne ed anche parecchie coppie. Situazione, quest’ultima, ancora più grave delle altre. Chi riceve due stipendi dalla König sta sicuramente peggio. Nell’incontro di venerdì ci hanno dato la disponibilità per favorire il percorso verso la dismissione, ma questo cambia poche le cose, siamo in 106 che rischiano il licenziamento».
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