Incubo blue tongue sul Fierone di Oggiono

Si chiama Blue tongue (malattia della lingua blu) la nuova maledizione che si abbatte - oltre che sul settore agricolo - anche sugli storici eventi zootecnici del territorio: con l’allarme alle stelle e mentre si attende il responso sulla moria di ovini avvenuta la scorsa domenica a Galbiate, il Fierone di Oggiono si preannuncia quale prossima possibile vittima.

A San Michele di Galbiate sono morti in due ore un numero di ovini stimato dal proprietario in 380, che erano al pascolo durante la transumanza; lì tra le ipotesi c’è anche l’avvelenamento, ma intanto la Sagra di San Michele prevista per domani è stata annullata dalle autorità. «A Oggiono - fa sapere il sindaco Chiara Narciso - la Fiera di Sant’Andrea del 27 e 28 ottobre prossimi si farà: tuttavia, in base alle limitazioni vigenti, si potranno esporre soltanto gli animali consentiti dalle autorità sanitarie».

La tenacia della Pro loco di Oggiono, presieduta da Danilo Riva, è risaputa e se n’è avuta prova già in numerose circostanze, tra cui il post Covid, comunque la sfida stavolta sarà ardua: niente ruminanti, a causa proprio della sindrome della lingua blu. Significa un Fierone senza bovini, senza ovini (neppure un emblema come la Pecora Brianzola, che ha sempre avuto un ruolo d’onore); inoltre, per la peste suina che già si trascina da tempo, nemmeno maiali. Rischia di essere una mazzata sulla pluricentenaria manifestazione. Il sindaco informa:

«La Pro loco, che gestisce proprio l’aspetto zootecnico della Fiera di Sant’Andrea è in contatto costante con i veterinari di Ats Brianza secondo i quali, allo stato attuale e salvo diverse future disposizioni regionali, vige effettivamente il divieto di movimentare ovini, bovini, lama e alpaca».

Sono le specie soggette alla Bluetongue, la tristemente nota patologia infettiva che ha determinato focolai ultimamente sempre più frequenti. Il virus si trasmette attraverso le punture dei moscerini del genere Culicoides, sebbene il contagio sia possibile anche per mezzo di vettori come attrezzature e strumentazioni di stalla o calzature e ruote dei veicoli che attraversano allevamenti e pascoli. Più tecnicamente, si definisce febbre catarrale degli ovini (la cianosi della mucosa linguale è stata osservata solo negli animali colpiti in modo più grave).

Focolai si sono avuti a Pasturo, ma si parla altresì di Galbiate (ben prima di domenica scorsa) e di Ello: di norma, ciascun focolaio ha un raggio di protezione di 20 chilometri. Come si salverà, il Fierone di Oggiono? È proprio il caso di dire che la Pro loco si accinge a estrarre il coniglio dal cilindro: «L’organizzazione - informa il sindaco Narciso - ha contattato allevatori ed espositori di cavalli, pony, asini, galline, e ogni altro animale da allevamento e da cortile, tutti esemplari idonei per l’esposizione e rappresentativi delle realtà agricole e di attività di selezione altamente meritevoli di essere valorizzate e annoverate come patrimonio della filiera nazionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA