Cronaca / Oggiono e Brianza
Mercoledì 02 Giugno 2021
In calo le vendite di mobili per uffici
«È un effetto dello smart working»
La Citterio, che ha clienti in tutto in tutto il mondo, si è vista posticipare tanti ordini, il direttore Vegetti: «Al momento, non sappiamo quando queste forniture ci verranno richieste»
Lo smart working è risultato una soluzione decisiva per molte aziende, che durante la pandemia hanno potuto garantire continuità operativa e sicurezza dei dipendenti lasciandoli a casa a lavorare da remoto.
Questa situazione, però, sta incidendo in modo molto negativo su ampi settori dell’economia anche sul nostro territorio, perché avere meno persone in circolazione significa meno lavoro ad esempio per bar, ristoranti, negozi, distributori di carburante, ma anche per chi gli ambienti aziendali provvede a “riempirli”.
È il caso della Citterio Spa di Sirone, leader nella realizzazione di arredo d’ufficio, che si sta confrontando con gli effetti della crisi. «La nostra azienda – ci ha spiegato il direttore generale del mobilificio, Vittorio Veggetti – nel momento in cui è esplosa l’emergenza ha adottato subito protocolli piuttosto stringenti, che ci hanno consentito di superare abbastanza indenni la pandemia. Di fatto – ha ricordato – non abbiamo registrato alcun focolaio e nemmeno episodi significativi. Nei rari casi di positività che abbiamo avuto tra il personale, il virus è stato contratto fuori dal posto di lavoro. Questo, di fatto, ci ha rasserenato, perché ha confermato che abbiamo individuato la strada giusta per affrontare la situazione».
Inevitabilmente, però, gli effetti negativi non sono mancati: Citterio si occupa infatti di arredamento per ufficio e, quindi, subisce di riflesso l’impatto del Covid. «Lo smart working consente alle aziende di far lavorare i loro dipendenti, o almeno parte di essi, da casa. Di conseguenza, producendo noi concretamente posti di lavoro (tra scrivanie e arredi) siamo alle prese con un mercato che a livello mondiale sta evidenziando un calo generalizzato. Le grandi aziende multinazionali per cui lavoriamo non hanno più l’esigenza primaria di mettere a sedere il loro personale e quindi hanno rimandato i loro ordini. In questo momento non sappiamo quando queste forniture ci verranno richieste: non sono state annullate, quindi speriamo che la situazione possa presto tornare sotto controllo per riprendere il discorso».
La voglia di un ritorno alla normalità, comunque, c’è ed è consistente. «Incontrando importanti clienti italiani ed esteri – ha aggiunto l’architetto Veggetti - avverto la voglia di rientrare in ufficio da parte del personale, di tornare a fare lavori in team in presenza, per confrontarsi e dialogare guardandosi negli occhi. L’auspicio è che a partire dalla seconda metà dell’anno, al più tardi dall’ultimo trimestre, ci possa essere un progressivo rientro fisico negli spazi aziendali. Questo passaggio sarà importante per far ripartire l’economia in generale e in particolare bar e ristoranti».
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