Il tennista paraplegico Kevin Piette
tedoforo grazie all’esoscheletro
Atalante X utilizzato a Villa Beretta

Parlano anche masnaghese le Olimpiadi di Parigi. Sì, perché c’è anche un po’ di Villa Beretta nelle immagini che nei giorni scorsi hanno fatto il giro del mondo. Stiamo parlando del momento in cui il tennista francese Kevin Piette, affetto da paraplegia, ha portato la torcia olimpica tra le strade della cittadina di Poissy, alle porte della capitale francese, con l’ausilio dell’esoscheletro Atalante X, prodotto dall’azienda francese Wandercraft e da mesi utilizzato anche nel centro di riabilitazione masnaghese, presidio dell’ospedale Valduce di Como.

Kevin Piette, tennista con disabilità a causa di un incidente in moto avvenuto 11 anni fa, è stato il primo atleta paraplegico a portare la torcia olimpica indossando un esoscheletro. Quello indossato da Piette è il prototipo di un esoscheletro personale, per uso quotidiano, che l’atleta sta collaudando per Wandercraft. In questo momento, l’esoscheletro è nelle fasi finali di ricerca e sviluppo, dunque non è ancora disponibile a livello commerciale. Lo sarà nei prossimi anni, dopo aver superato le fasi di trial clinici. In Italia ne esiste un’unica versione dedicata alla neuroriabilitazione di persone con disfunzione del cammino, a causa di una lesione midollare o cerebrale. Si chiama Atalante X e da 13 mesi è utilizzata esclusivamente nel Centro di Riabilitazione di Villa Beretta.

«È un’emozione indescrivibile vedere il tennista con paraplegia Kevin Piette camminare con la fiamma olimpica in mano – il commento del dottor Franco Molteni, direttore clinico del Villa Beretta Rehabilitation Research Innovation Institute -. Chi come lui ha praticato sport ad alto livello comprende benissimo che muoversi senza doversi appoggiare a nulla, con la possibilità di usare le braccia liberamente, è una conquista enorme, perché significa riconquistare lo spazio peripersonale, la padronanza del movimento e un’interazione piena e soddisfacente con il mondo esterno».

Atalante è composto da 12 motori e un’elettronica sofisticata. L’esoscheletro è alimentato a batteria e gode di un’andatura regolabile che può aiutare dai primi passi fino a una camminata più naturale nel corso della terapia. Sebbene l’hardware debba ancora essere utilizzato in un contesto clinico con l’aiuto di un terapista, il suo utilizzo a mani libere consente ai pazienti di ristabilire la loro andatura indipendentemente dal fatto che possano usare o meno le braccia. Atalante può stimolare la creazione di nuovi circuiti neuronali, ristabilendo (con il tempo e con la fisioterapia) quel collegamento mente-corpo che è stato interrotto dalla lesione. L’acquisizione di Atalante da parte di Villa Beretta rientra in Fit for Medical Robotics, il progetto coordinato dal Centro Nazionale delle Ricerche che punta a rivoluzionare per mezzo di nuove tecnologie robotiche e digitali i modelli riabilitativi e di assistenza per le persone con ridotte o assenti funzioni motorie, sensoriali o cognitive.

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