Il 2 gennaio “Mamma Isis” sarà libera

Bulciago Era fuggita in Siria con il marito Mohamed Koraici e i tre figli nel 2015: condannata a 4 anni - Il sindaco Cattaneo: «Stiamo provvedendo ai bambini, non credo che lei deciderà di tornare in paese»

Alice “Aisha” Brignoli torna in libertà: il 2 gennaio, all’alba dell’anno nuovo, per lei si aprirà un’ulteriore parentesi di vita, dopo aver già voltato pagina numerose volte, la più clamorosa e radicale delle quali fu la fuga dall’Italia, con tutta la sua famiglia, per unirsi all’Isis.

La 46enne, nel 2015, partì da Bulciago, dove abitava con il marito Mohamed Koraichi - di 8 anni più giovane e deceduto in Siria - i tre figli che all’epoca avevano 6, 4 e 2 anni (successivamente diventati quattro), per unirsi alla causa del Califfato islamico. La scelta di partire per la Siria sarebbe stata motivata - secondo quanto avrebbe riferito la donna al giudice per le indagini preliminari in sede di interrogatorio di garanzia - dal «desiderio di non sentirsi più discriminati in Italia».

Il cambiamento

In realtà, Alice Brignoli, nata in Francia ma poi cresciuta nel Comasco, era giunta trentenne a Bulciago dove aveva preso casa in affitto, aveva un lavoro ed era single; di quel periodo, tutti ne ricordano la simpatia e l’ atteggiamento solare e aperto. Dopo circa un anno, la svolta: si sposò, con rito civile, decidendo di abbracciare la religione musulmana radicalizzandosi; vestiva il velo, come da stretta osservanza islamica. Il marito salì poi alla ribalta delle cronache per l’inchiesta condotta dal pool antiterrorismo della Procura di Milano: fu tra i sei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Terre Vaste” che, nell’aprile 2016, grazie all’attività coordinata di Digos della Questura di Lecco e carabinieri del Ros di Milano, portò all’arresto del campione di kick-boxing Abderrahim Moutaharrik, della moglie Salma Bencharki - entrambi residenti a Valmadrera - di Abderrahmane Khachia e Wafa Koraichi, quest’ultima sorella di Mohamed.

Gli obblighi del Comune

Dopo il matrimonio, Brignoli e il marito erano andati incontro a difficoltà finanziarie, subendo lo sfratto e ottenendo una casa a Bulciaghetto, dall’Aler: quel periodo oscuro, di limitatissimi contatti col vicinato e tensioni anche con l’amministrazione comunale dell’epoca, si concluse con la scomparsa. I quattro anni di carcere ai quali è stata condannata al rimpatrio - per terrorismo internazionale, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche, confermati dalla sentenza di Appello - stanno per scadere.

I quattro figli furono subito affidati al Comune di Bulciago e trasferiti in una struttura protetta, dove si trovano tuttora. Il sindaco di Bulciago, Luca Cattaneo, commenta: «Eravamo al corrente che, a gennaio del 2024, sarebbe avvenuta la scarcerazione; non sapevamo la data. Dal suo rimpatrio, il nostro Comune sta ottemperando al decreto del Tribunale per l’assistenza dei quattro figli nella struttura protetta e, naturalmente, senza alcun tipo di riserva al riguardo poiché i bambini sono vittime innocenti di questa situazione e, in generale, delle scelte sbagliate dei grandi. Riguardo alla mamma, non abbiamo disposizioni né obblighi al riguardo: vedremo l’evolversi della situazione, ma non crediamo neppure che la signora sceglierebbe di nuovo Bulciago o comunque un piccolo paese per stabilirsi e affrontare la nuova vita fuori dal carcere».

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