Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 08 Ottobre 2021
Dolzago, inchiesta sul caporalato
Maxi sequestro alla Spreafico Spa
Disposta l’amministrazione giudiziaria di un anno per l’azienda
La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, presieduta da Fabio Roia, ha disposto l’amministrazione giudiziaria di un anno per la Spreafico spa di via Campagnola 8, a Dolzago, colosso nel settore dell’ortofrutta da 350 milioni di fatturato all’anno, a seguito di un’inchiesta del pm di Milano Paolo Storari e della Guardia di Finanza di Lecco per caporalato sui lavoratori. Eseguito anche un sequestro da circa 6 milioni di euro.
Dal canto suo, la Spreafico dà la sua versione dei fatti in un comunicato emanato dal Cda dell’azienda: «In data odierna abbiamo ricevuto dal Tribunale di Milano una notifica in cui si rendeva noto che in seguito ad un’inchiesta per caporalato a carico degli esponenti delle cooperative Consorzio Lavoro Più e Consorzio Servizi Integrati, ex fornitori di logistica della nostra Società, è stato nominato un amministratore giudiziario che avrà il compito di verificare i rapporti con le società di logistica che collaborano con il nostro gruppo. Spreafico quindi non è stata commissariata e continua ad operare con regolarità nella sua quotidianità. Il Cda rimane in carica e continua il suo lavoro».
«Le indagini svolte - asserisce Cda - nascono in seguito ad una serie di scioperi attuati dai lavoratori delle due cooperative nel 2020. Le cooperative Consorzio Lavoro Più e Consorzio Servizi Integrati non facevano e non fanno parte della realtà societaria del gruppo Spreafico».
«Spreafico non è accusata del reato di caporalato - tengono a precisare gli amministratori - e la nomina dell’amministratore giudiziario trova ragione proprio nella stessa terzietà della Società rispetto alle cooperative indagate per questo illecito ed è una misura dovuta e circoscritta di prevenzione. Abbiamo piena fiducia nell’operato del nostro sistema giudiziario e nel professionista incaricato».
Per la Guardia di Finanza, tuttavia, la Spreafico sarebbe coinvolta in un«disegno criminoso perpetrato attraverso il reclutamento e lo sfruttamento di manodopera straniera in stato di bisogno, priva di specializzazione e sottopagata, al fine dell’evasione dell’imposta sul valore aggiunto mediante l’emissione e l’annotazione di fatture false, con conseguenti benefici fiscali sia per la committente principale, sia per le società cooperative che si alternavano nel tempo, creando il cosiddetto fenomeno della “transumanza dei lavoratori”».
«Quanto alla notizia circa un sequestro di denaro, teniamo a precisare che questo è disancorato dal provvedimento del Tribunale di prevenzione ed ammonta a circa 3 milioni di euro, non 6 milioni come descritto a livello mediatico. È stato gestito con le disponibilità finanziarie dell’azienda e siamo certi che verrà riconosciuto il corretto operato della Spreafico. Questo provvedimento, di natura fiscale, non avrà nessuna conseguenza sul normale proseguimento delle nostre attività e la gestione dei rapporti con clienti e fornitori».
Va rimarcato che l’ammontare della cifra del sequestro pari a sei milioni è stata comunicata direttamente dalla Guardia di Finanza.
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