Doccia fredda, si lavora ancora e di notte

Molteno Il cantiere di Rfi sulla ferrovia non chiuderà a fine mese, come inizialmente previsto, ma a metà ottobre - Il ritardo causato dalle proteste dei residenti: le ore di stop hanno provocato uno slittamento delle tempistiche

Alla fine, l’altra sera, Ernesto Binda è uscito di casa imbracciando la propria tromba e, sul piazzale della stazione, si è messo a intonare il Silenzio: è successo «al culmine di una giornata di estrema esasperazione - riferisce - in quanto, in seguito alla convocazione del sindaco Giuseppe Chiarella, è stato comunicato a me e ai miei vicini che i lavori per la riqualificazione della stazione ferroviaria proseguiranno fino a circa metà ottobre, tutti di notte».

La beffa

La notizia è suonata «scioccante» per i residenti, che invece credevano di poter vedere concluse le massicce opere entro l’inizio di settembre.

Al contrario, oltre al danno di apprendere che si prolungheranno, hanno ricevuto quale motivazione proprio il fatto di avere impedito loro stessi, con le proprie proteste, la conclusione entro il termine originale: come è noto, inizialmente, il cantiere era stato predisposto per essere attivo sull’arco delle 24 ore, con deroga al limite dei decibel previsto dalla normativa comunale sul rumore, invece, dopo circa un mese, i cittadini avevano poi ottenuto dal sindaco il ripristino della soglia per buona parte della notte. Adesso, il cantiere risulta arretrato sul previsto.

Conferma Chiarella: «Ho convocato i residenti per spiegare che i lavori devono essere necessariamente ultimati ma, con settembre, ovviamente riprenderà anche la circolazione dei treni che, invece, in agosto era stata soppressa. La conclusione logica e inevitabile è che le opere tuttora mancanti dovranno essere attuate nell’arco delle prossime settimane, convivendo con la ripartenza dei treni, pertanto inevitabilmente concentrandosi soprattutto di notte quando la linea Monza-Lecco via Molteno non viene intensamente utilizzata. Non ci sono alternative. Ho comunque ottenuto rassicurazioni da parte dell’impresa e di Rfi; nessuna di loro, né noi, possiamo impegnarci a dire che non ci sarà rumore, ma c’è la promessa della massima attenzione nell’attuare tutti gli accorgimenti possibili per limitarlo al massimo, compatibilmente con un cantiere di quelle proporzioni e quella rilevanza».

Chi pensa a noi?

Per i residenti, Binda replica: «Il sindaco ci ha comunicato nell’incontro che ciò gli è stato imposto da ordini superiori, in quanto è preminente l’esecuzione di lavori di interesse nazionale sulle esigenze e le sensibilità locali. Dunque, cavoli nostri: per un altro mese e mezzo non si dorme né di giorno, né di notte. Da parte nostra, non sappiamo quanto resisteremo; ma alla salute della gente, chi ci pensa? Sono ormai circa tre mesi che sopportiamo e la nostra pazienza è ormai esaurita. Né amministrazione comunale né progettisti hanno pensato, a tempo debito, a un impatto ambientale così forte, senza predisporre gli opportuni accorgimenti?».

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