Cronaca / Oggiono e Brianza
Venerdì 15 Aprile 2016
«Ci consenta di cantare
il grande Lucio Battisti»
Molteno, il critico Gino Castaldo dal sito della Repubblica lancia un appello alla moglie del cantante; «Il suo ostinato e reiterato rifiuto non è comprensibile
Le sue canzoni, fosse per lei, dovrebbero scomparire»
Una lettera aperta scritta e firmata da un giornalista e critico che, da decenni, si occupa di musica. Un esperto del settore che, in un certo modo, diventa cassa di risonanza di tanti semplici appassionati, cultori di Lucio Battisti.
Ieri sul sito del quotidiano “La Repubblica” Gino Castaldo pubblicava una lettera aperta a Grazia Letizia Veronese, vedova di Battisti, chiedendo come milioni di fan sparsi per l’Italia di poter celebrare il ricordo e la musica del grande Lucio.
«Mi permetta, a quasi diciotto anni da quel terribile giorno, di rinnovarle il mio sentimento di dolore e di perdita per la scomparsa di suo marito (…) Sappiamo per certo quale e quanto grande è stato il vuoto lasciato da Lucio Battisti nel mondo della musica» esordiva Castaldo sulle colonne del quotidiano La Repubblica. Un vuoto che anche il paese di Molteno ha conosciuto e conosce bene. Qui, infatti, Battisti aveva scelto di ritirarsi dai riflettori dei media e dello show business fino alla sua scomparsa nel 1999. Scegliendo, con la moglie, una grande sobrietà. Proprio a Molteno, inoltre, la salma di Battisti è stata custodita nel cimitero comunale fino al 2013, richiamando, anno dopo anno, migliaia di fan accorsi per lasciare un fiore o un messaggio scritto con il cuore.
Tanti ricorderanno l’omaggio a Lucio Battisti che venne organizzato a Molteno, nel parco di Villa Rosa, per diversi anni: un ricordo in musica che richiamava migliaia di fan. L’evento venne poi stoppato per richiesta della famiglia del musicista. Su questo punto torna Gino Castaldi: «Da tempo ormai è noto nell’ambiente musicale, e non solo, il suo ostinato e reiterato rifiuto di concedere qualsiasi possibilità di celebrare, sviluppare, testimoniare, elaborare l’enorme eredità lasciata da suo marito – scrive il giornalista e critico musicale -. Legittimo, certo, ma non del tutto comprensibile (…). Le canzoni di Battisti, fosse per Lei, dovrebbero scomparire, non essere cantate da altri, non raccontate, non esaltate come meritano».
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