Cronaca / Oggiono e Brianza
Domenica 01 Marzo 2020
Caserma di Oggiono, secondo lotto
Finalmente c’è la nuova gara
Il Provveditorato ha pubblicato il bando per 740mila euro
Al via la gara anche per il secondo lotto della caserma incompiuta di via Kennedy: il Provveditorato alle opere pubbliche della Lombardia ha pubblicato sulla Gazzetta ufficiale regionale il bando; il termine per la presentazione delle offerte è il 2 aprile prossimo. Si parla di un investimento di 742.462 euro, oltre ad altri 20mila euro per l’attuazione dei piani di sicurezza sul cantiere, per i quali non è previsto lo sconto: quindi, il ribasso potrà avvenire solo sulla prima delle due cifre, determinando il vincitore. Il sindaco, Chiara Narciso, commenta: «Speriamo che vada tutto liscio. L’importo dell’opera è inferiore al milione di euro, pertanto il Provveditorato potrà procedere al massimo ribasso, prassi più snella rispetto a quella, richiesta per somme superiori, basata sull’offerta economicamente più vantaggiosa. Intanto, nei prossimi giorni si terrà un incontro con la direzione dei lavori, l’impresa e il responsabile del procedimento, per fare il punto sull’altra palazzina, quella principale: doveva già svolgersi il 28 febbraio, ma – dice sempre la Narciso – abbiamo dovuto rinviarlo, a causa dei problemi di spostamento di alcuni interlocutori e delle limitazioni imposte dal Coronavirus; comunque, gli interni della struttura, che sarà adibita a uffici, sono pressoché ultimati e anche all’esterno si riscontrerà a breve una definitiva accelerazione, dato che l’impresa provvederà all’installazione dei serramenti».
I lavori in corso sull’edificio destinato principalmente all’attività operativa dell’Arma comportano un investimento per il ministero degli Interni di 1.086.543 euro: l’appalto è stato affidato ormai da tempo all’impresa “Crea.Mi Srl” di Milano. innumerevoli difficoltà hanno segnato l’iter della caserma: la prima pietra fu posata nella primavera del 2010 poi, a settembre del medesimo anno, l’impresa “Donati Spa” di Roma - che in pochi mesi era arrivata al tetto delle due strutture - abbandonò il cantiere lamentando «ritardi inaccettabili nei pagamenti»; le contestazioni sfociarono nel contenzioso col ministero che, dopo quasi un anno, dispose la rescissione del contratto.
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