Bulciago, medico dona la sua casa
ai ragazzi disabili

Bulciago Il dottor Sergio Cattaneo, in prima linea a Brescia durante il Covid, quindici anni fa ha adottato Marco Ora ha affidato il suo appartamento a “La Vecchia Quercia” per trasformarlo in una struttura per le persone fragili

Quindici anni fa, il dottor Sergio Cattaneo - poi direttore di Anestesia agli Spedali civili di Brescia e, quindi, tra i medici eroi in prima linea nell’emergenza Covid - adottò con la moglie Simona Fumagalli un bambino gravemente disabile, Marco; ieri il loro gesto, di donare la propria casa di Bulciago, anziché affittarla o venderla, è stato applaudito da qualche centinaio di persone, di Bulciago e non solo.

La scelta

L’appartamento è stato infatti affidato alla gestione della cooperativa “La vecchia quercia” e consentirà l’attuazione del progetto “A due passi da casa”, dove i disabili assistiti dal centro per l’autonomia Sfa e dall’associazione “Striscia gialla” di Oggiono, oltre che dal centro Cse 3 Artimedia di Casatenovo sperimenteranno momenti di vita comunitaria e relativamente autonoma. In prospettiva, la dotazione di appartamenti (uno già inaugurato nel 2019 vicino al santuario di Bevera) potrà rispondere anche all’esigenza abitativa in cohousing dei portatori di handicap senza più famiglia o coi genitori ormai anziani. L’appartamento di Bulciago in via Roma era già stato dotato di ascensore per Marco Cattaneo e di altre soluzioni adeguate. Il progetto è stato illustrato dalla referente, Sara Pennati - figlia di Tina e Federico, dell’associazione “La Colombina” di Casatenovo - e, sempre a nome della cooperativa, dalla presidente Ingrid Bonaiti. Ha impartito la benedizione il parroco, don Giovanni Colombo. Il sindaco di Bulciago, Luca Cattaneo - fratello di Sergio - ha affermato: «Se siamo qui oggi è per la scelta fatta 15 anni fa da Sergio e Simona: difficile, per alcuni, bellissima secondo altri e incomprensibile per altri ancora. Marco ha arricchito la nostra famiglia, abbiamo apprezzato ciò che ha saputo darci e sicuramente lo faranno anche gli altri ragazzi verso tutta questa comunità».

Per Simona Fumagalli «le cose, in sé, non hanno anima: questa casa è stata il luogo dei nostri affetti, delle emozioni, delle relazioni e dà vita ora a un altro sogno. La nostra famiglia già si era aperta alla disabilità, a qualcosa di diverso e speciale. Noi genitori ci domandiamo sempre che cosa ne sarà dei nostri figli e tanto più di chi, tra loro, ha meno strumenti. Non so se Marco avrà l’opportunità dell’autonomia, ma i vostri figli certamente sì: stiamogli vicini».

Il ringraziamento

Tra i ragazzi presenti, due hanno portato il loro grazie. Sergio Cattaneo ha rimarcato come «proprio questi ragazzi siano sempre fonte di energia, gioia di vivere e forza di guardare al futuro. Noi saremo lontani, ma sempre vicini a supportare questo progetto, che nasce». La piccola Anna, sorella di Marco, ha raccontato di avere «trovato molto strano rientrare nella nostra cameretta o dove dormivamo nel lettone di mamma e papà; noi ora stiamo a Brescia e siamo contenti che questa sia diventata “La casa dei ragazzi”».

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