Blitz contro i neonazisti, indagato un 54enne di Bosisio Parini

Sono 25 le persone sottoposte a perquisizione in tutta Italia. Dodici di loro sono state arrestate

Come nome si erano dati «Werwolf Division», ispirato ai cosiddetti «lupi mannari», i reparti creati dal gerarca nazista e criminale di guerra Heinrich Himmler per sabotare le azioni dei sovietici e degli Alleati nell’ultimo periodo della seconda guerra mondiale. E infatti, le idee delle 12 persone arrestate in tutta Italia perché considerate appartenenti a un gruppo di matrice suprematista, neonazista, e antisemita, esaltavano proprio l’ideologia dominante in Germania nella pagina più buia del Novecento.

Oltre alle misure restrittive eseguite dall’autorità giudiziaria di Bologna, sono stati disposti ed eseguiti altri 13 decreti di perquisizione, uno dei quali effettuato in provincia di Lecco, dove risulta abitare uno degli indagati a piede libero. L’indagine della procura bolognese ipotizza a vario titolo i reati di associazione con finalità di terrorismo, propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa e detenzione illegale di arma da fuoco.

Tra le persone iscritte nel registro degli indagati, dunque, risulta anche la figura del 54enne Cristian Massimiliano Borghetti, con residenza a Bosisio Parini. Quest’ultimo – va sottolineato - non è stato raggiunto da alcuna misura restrittiva, e, nel quadro complessivo dell’inchiesta, sembra avere un ruolo più defilato, rispetto ad altri personaggi coinvolti. E’ indagato, secondo quanto emerso, per aver condiviso in rete contenuti di matrice neonazista. Le perquisizioni hanno riguardato essenzialmente apparecchi informatici, e altro materiale di propaganda. I «lupi (successivamente chiamatisi Divisione nuova alba), stando alle accuse, svolgevano la propria attività di propaganda e reclutamento di «nuovi uomini e donne pronti alla rivoluzione» sia attraverso gruppi Telegram, sia con incontri dal vivo e volantinaggi svolti nella provincia di Bologna.

Negli atti emergono piani per un attentato alla Premier Giorgia Meloni, e di un economista del Wolrd economic forum. Il gruppo si definiva «segreto, composto da pochi camerati validi e fedeli, pronti ad agire». L’indagine parte nel 2022, quando viene trovato dalla Digos felsinea un volantino, diffuso sul territorio emiliano, definito dai militanti «esplosivo», raffigurante l’immagine di un uomo con la cosiddetta «skullmask» (maschera con raffigurato il teschio) e armato, con accanto un simbolo nazista del sole nero e la citazione dell’estremista “nero” francese Dominique Venner: «Nulla sarà compiuto finché i germi del regime [liberale] non saranno sradicati fino all’ultima radice. Per questo bisogna distruggere la sua organizzazione politica, abbattere i suoi idoli e i suoi dogmi, eliminare i suoi padroni noti e quelli occulti, mostrare al popolo come è stato tradito, sfruttato e insozzato. Infine, ricostruire» . Le perquisizioni hanno riguardato tutto il Paese, e sono avvenute sotto la direzioni delle procure distrettuali di Bologna e Napoli.

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