Ambulanze, servizio in affanno
«Chiamano per il mal di denti»

Il caso C’è anche il problema delle lunghe attese in Pronto soccorso «I nostri mezzi devono rimanere fermi con i pazienti a bordo»

Caos ambulanze. Sono dappertutto, tutto il giorno, tutti i giorni. L’emergenza caldo, ma non solo quella, contribuisce in modo sostanziale a “stressare” il sistema dell’emergenza urgenza. Con il risultato che, poi, le persone vanno accompagnate in Pronto Soccorso. E lì si forma un “tappo” a volte di ore e ore. Inevitabile.

Paolo Rusconi, responsabile del Soccorso Bellanese Anpas (associazione nazionale pubbliche assistenze) è molto chiaro: «Le nostre ambulanze rimangono fuori ore dai Ps di Lecco e non solo, per scaricare le barelle. Il Pronto Soccorso è pieno e il caldo sta determinando problemi di congestione. Le patologie correlate, intendo: ai pazienti cronici il caldo non fa bene e anche a chi sta bene il caldo non fa bene. Abbiamo due ambulanze sempre in giro, costantemente. Poi la gente non dorme bene di notte e di giorno si fa male anche per cose banali, intontita com’è dalla stanchezza e dal caldo».

Problema strutturale

Ma per Donato Costadoni, responsabile della Croce San Nicolò di Lecco, che gestisce due mezzi 118, uno di Lecco Soccorso e uno di Croce San Nicolò, però, parla di problema “strutturale” e di scorretto utilizzo dei servizi di urgenza: «Siamo in giro per tantissime cose. Siamo tornati a essere contattati per qualsiasi cosa: anche per un mal di denti o due linee di febbre. Sono aumentati i servizi, ma le patologie sono quelle di sempre. I grandi anziani sono sempre bisognosi di assistenza. E il Pronto Soccorso non sarebbe il posto giusto per mandarli a controllare. Ci vorrebbe un po’ più di collaborazione da parte dei medici di base…».

Le urgenze del 118 nelle ultime 24 ore alla Croce San Nicolò sono state nove. «Considerando che ne facciamo 300 al mese, ieri è stato un giorno tranquillo… Erano state sedici, domenica scorsa. D’altronde di questi tempi i pazienti anziani hanno più problematiche di scompenso cardio respiratorio, di indice glicemico, magari scatenati anche dal caldo, ma non solo… E finiscono tutti in Ps».

L’effetto caldo

Il presidente della Croce Rossa di Valmadrera Giulio Oreggia non parla di vera emergenza, ma di grande utilizzo: «Da noi non c’è un’emergenza ambulanze perché copriamo il 118 solamente alcune sere: il venerdì, sabato e domenica. Ma gli interventi sono aumentati, questo è obiettivo. Durante il giorno facciamo servizi socio assistenziali programmati. Ma quando siamo in urgenza effettivamente facciamo più corse. Non sappiamo dire perché, però».

Alla Croce Rossa Italiana di viale Rimembranze a Lecco l’ufficio stampa e il presidente Enzo Cavalieri spiegano: «Il 118 ha aumentato la richiesta di servizi, ma in linea con l’estate. Forse una situazione un po’ peggiorata dal caldo. Sicuramente c’è una componente data dal calore. Anche se non è un incremento esponenziale degli interventi, è un aumento sostanziale…».

Infine Filippo Buraschi, presidente della Croce Verde di Bosisio Parini parla di procedure troppo lunghe: «Di solito facciamo una decina di interventi ad ambulanza sulle 24 ore, ma il problema è che sono più lunghi i tempi di sbarellamento. Cosa a cui siamo abituati per il Covid. Ma oggi ci sono altre componenti: il Covid, il percorso protetto, l’impatto del caldo sulla popolazione anziana. Oltre alle normali attività di emergenza-urgenza. Siamo in un momento in cui la concomitanza di fattori impone un maggior utilizzo di ambulanze. Ma anche perché noi siamo sempre in giro visto che sbarelliamo da Canzo al Sant’Anna di Como, servizio da minimo tre ore di uscita…».

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