Cronaca / Oggiono e Brianza
Lunedì 14 Ottobre 2019
«Addio Angelo, una vita piena d’amore»
Oggiono, sagrato e chiesa gremiti per l’addio al volontario
Presente tutto il Calcio Lecco, dove gioca uno dei figli, Luca
Sul feretro di Angelo Giudici è stata deposta la maglia del Calcio Lecco, in cui milita il figlio Luca. La società bluceleste era ieri presente al funerale al completo, col neo allenatore Gaetano D’Agostino, i dirigenti, l’ex bandiera Antonio Pasinato. Inoltre, a manifestare vicinanza alla famiglia è intervenuta una rappresentanza del Monza, dove Luca aveva giocato in precedenza.
Una vita per il calcio, per lo sport: Giudici - morto lo scorso giovedì, durante un’escursione sul Resegone - a propria volta, aveva militato nel Seregno, poi vestito e allenato i colori rossoblu della “sua” Oggiono. In città, da quando era in pensione, si dedicava ad attività di volontariato, come accompagnare il Piedibus degli scolari, così come era impegnato nel centro diurno per disabili “La Rosa” di Nibionno.
Per tutti questi motivi, e per le sue molteplici doti umane, lunedì la chiesa parrocchiale ed il sagrato straripavano di persone, venute a dargli l’addio ed a stringere in un abbraccio l’anziana mamma Imelde, la moglie Tiziana e, oltre al figlio Luca, anche il fratello Mauro. Tra i messaggi letti al termine del rito funebre, una volontaria proprio de “La Rosa” ha voluto «salutare, senza interrogarci su alcun senso, stringendoci semplicemente alla famiglia, che si trova di fronte questo muro di dolore».
Il «buon viaggio» dei coscritti è stato salutato con un applauso. Nell’omelia il parroco, don Maurizio Mottadelli, ha parlato di «persona giusta e buona che, senza quasi farlo sapere e, certamente, senza ostentare, ha fatto tanto bene, giorno dopo giorno».
Don Maurizio si è soffermato sulla «vita piena di Angelo, il suo amore per la montagna, il calcio e tutto ciò che fa parte della nostra esistenza permettendoci di gustarla appieno e condividerla con gli altri». Il prevosto ha, altresì, testimoniato la «fede semplice, profonda e convinta, vissuta anch’essa nella quotidianità e tradotta in tutto quello che Angelo riusciva a fare. Per noi, può essere difficile credere che Cristo ha vinto la morte e la vita continua in pienezza, però Angelo ci credeva; su questa fede ha costruito la sua vita ed è l’ultimo suo dono per noi».
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