Cronaca / Oggiono e Brianza
Mercoledì 05 Luglio 2017
Addio al platano centenario
«Il parco ormai è in rovina»
In mattinata verrà abbattuto l’albero secolare a “Villa Rosa”
De Capitani (Pd) «Tantissime piante morte, la fontana è una pozzanghera»
«Oggi, in mattinata, verrà abbattuto quello che era uno dei più bei platani, non solo del parco di “Villa Rosa”, ma sicuramente di tutta la provincia»: a dirlo è il vicesindaco, Giuseppe Chiarella.
«Un platano ultracentenario morto, possiamo dire, di vecchiaia – afferma – Purtroppo, gli interventi eseguiti per rinvigorirlo e risanarlo non sono stati sufficienti». Chiarella offre una dettagliata cronistoria: «Nel 2015 abbiamo intrapreso la spesa per tre interventi di trattamento endoterapico; nel 2016 abbiamo attuato una terapia risanativa e, in settembre, il sindaco ha richiesto all’ente forestale Ersaf un sopralluogo, per verificare l’eventuale presenza del cosiddetto “cancro colorato”, che colpisce le piante. L’ente ha accertato la morte del platano ed ha prelevato un campione, per le analisi, il cui esito attesta l’assenza della patologia. Con l’autorizzazione di Ersaf stessa, oggi procederemo all’abbattimento, senza attivare quindi le procedure previste in caso di malattia».
L’ultima goccia
La notizia è, d’altronde, la goccia nel vaso delle polemiche, che da mesi imperversano sul parco municipale: Ferdinando De Capitani, coordinatore del circolo oggionese del Pd – che in consiglio comunale a Molteno è all’opposizione – accusa: «Il parco è allo sfascio; altro che platano morto: il numero di piante perse e abbattute è elevatissimo; certo, ci si è messo un recente uragano, ma ha trovato sul proprio cammino esemplari deboli e malconci; tutto è trascurato, in questa proprietà comunale che un tempo era tra i vanti di Molteno»; ospitò, tra l’altro, il festival annuale dedicato a Lucio Battisti e, quindi, big dello spettacolo, oltre che spettatori a centinaia. «Che cosa resta, oggi – addita De Capitani – del “teatro di verzura”, elemento tipico dei giardini all’italiana a partire dal XVIII secolo? Solo tanto pattume, sotto le panche. E del belvedere? In malora, vandalizzato, è chiuso al pubblico e, di nuovo, spicca solo il lucchetto.
L’elegante fontana e ridotta a una pozzanghera, le statue, un tempo disseminate per il parco, sono cadute e finite in discarica.
«Non sopravvive nulla»
Non sopravvivono nemmeno i viali: cancellati dall’erba e privi di ghiaia, sono dissestati al punto da mettere seriamente a rischio le caviglie dei nonni che accompagnano i nipotini; persino le panchine più recenti sono semidistrutte e, tra la sporcizia generale, si presentano con gli schienali pericolosamente (oltre che tristemente) divelti».
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