Cronaca / Merate e Casatese
Giovedì 02 Agosto 2018
Vismara, per i lavoratori
in arrivo parte degli arretrati
Il commissario ha reperito circa 160mila euro che verranno distribuiti nei prossimi giorni
La situazione resta complessa, ma nel giro di qualche giorno i dipendenti potranno tirare almeno un po’ il fiato: il commissario nominato dal tribunale per la gestione di questa delicata fase della Vismara di Casatenovo, Franco Cadoppi, ha reperito circa 60mila euro che verranno ripartiti tra i dipendenti entro il fine settimana. Lunedì, quindi, dovrebbero arrivarne altri 100mila.
Del resto, i lavoratori dell’azienda casatese sono quelli più penalizzati del gruppo Ferrarini. Come ha ricordato ieri Massimo Sala (Flai Cgil), che martedì ha incontrato il commissario in Regione e che domani sarà a Roma per l’incontro al ministero, se il personale delle altre aziende del gruppo è riuscito a incassare (in tutto o in parte) lo stipendio di maggio, a Casatenovo si è fermi ad aprile. Ed è chiaro che – con anche coppie che lavorano qui – i bilanci familiari siano ormai messi duramente alla prova.
«Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere il commissario, nominato ad hoc per la Vismara – ha spiegato Sala -. Gli abbiamo subito evidenziato le situazioni di difficoltà dei lavoratori che da tre mesi non percepiscono un euro e, con un giro di telefonate, è riuscito a trovare un po’ di ossigeno per loro. Nell’arco di qualche giorno, i dipendenti riceveranno ciascuno 600/700 euro: un segnale di sblocco importante».
La partita, però, è soltanto al calcio d’inizio. Ora sarà infatti necessario affrontare una serie di questioni legate alla quotidianità della gestione ordinaria, puntando a saldare qualche retribuzione arretrata. L’accordo raggiunto sulla cassa integrazione straordinaria, comunque, rappresenta un altro risultato di rilievo. «In attesa dell’autorizzazione del ministero, abbiamo dotato l’azienda degli strumenti necessari a far fronte alle difficoltà di questa fase di ripartenza, subordinata all’accoglimento da parte del giudice dell’ammissione al concordato in continuità, possibilità più agevole rispetto al piano di ristrutturazione del debito».
Le difficoltà, però, si sommano: a prescindere dal mese di fermo giudiziario, c’è il problema degli imballaggi che manca: mancano vaschette per l’affettato, cartoni e via dicendo. Quindi, con la chiusura agostana delle aziende, la produzione potrebbe non poter ripartire appieno.
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