Cronaca / Merate e Casatese
Venerdì 17 Marzo 2017
Unità dei meccanici?
A Lecco non esiste
Il caso della Delna di Brivio fa scuola, la Uilm: «Fim e Fiom si sono spartite il territorio. Entrano in alcune fabbriche violando gli accordi»
Non c’è traccia a Lecco dell’unità sindacale che si ritrova invece sui tavoli nazionali fra i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil.
Sembra infatti che non ci sia verso di sanare la spaccatura che vede unite da un lato Fiom-Cgil e Fim-Cisl su vertenze e mobilitazioni e, dall’altro, la Uilm-Uil che procede in modo autonomo.
Oggi, nel giorno in cui peraltro il leader nazionale della Fiom Maurizio Landini incontra al Palataurus di Lecco 800 studenti per discutere di lavoro, la divisione continua a manifestarsi nelle relazioni sindacali all’interno di importanti fabbriche locali.
Fra queste, per citare solo il caso più recente, la Delna Spa di Brivio, con una vicenda di frizioni in tema di rappresentanza sindacale interna in corso in queste ore e finita, secondo la versione del segretario generale della Uilm Enrico Azzaro, in carte bollate e diffide legali da parte di Uilm verso Fiom e Fim.
«Mercoledì scorso - afferma Azzaro - abbiamo inviato a Delna un comunicato per mettere i lavoratori a conoscenza della nostra partecipazione alle elezioni per il rinnovo delle Rsu. Ma nessuno ha voluto ricevere la nostra nomina in commissione elettorale, né la candidatura del nostro lavoratore. Fim e Fiom hanno inoltre rifiutato di mettere in bacheca la nostra convocazione di assemblea organizzata nei giorni scorsi per farci conoscere dai lavoratori in una fabbrica in cui abbiamo solo qualche iscritto. Lo stesso impedimento - aggiunge Azzaro - ci è arrivato dall’azienda, che non è parte attiva nelle votazioni, ma è garante. Ci ha concesso l’assemblea ma non la possibilità di comunicarla in bacheca ai lavoratori. Così domani (oggi per chi legge, nda) ci sono le votazioni e noi abbiamo diffidato per vie legali Fim e Fiom a procedere, per il mancato rispetto delle norme interconfederali».
Dall’azienda, che abbiamo interpellato, ci rispondono solo addetti «non autorizzati a rilasciare dichiarazioni” e, ci dicono, “chi è autorizzato oggi non c’è».
Da parte sindacale no comment per ora da Diego Riva (segretario della Fiom) e Giorgio Ciappesoni (segretario della Fim).
Due, secondo Azzaro, le cause all’origine della spaccatura.
«Primo, quando sono arrivato a Lecco, due anni e mezzo fa - afferma Azzaro - ho trovato una situazione in cui Fim e Fiom si erano spartiti il territorio e agivano in base a consuetudini e non alle regole. Così secondo loro nelle fabbriche in cui non avevamo né iscritti né delegati non potevamo entrare. Noi siamo per le regole, secondo cui annualmente abbiamo comunque diritto di convocare una nostra assemblea. Secondo - aggiunge - per Fim e Fiom la tessera di iscrizione al sindacato deve essere annuale e invece noi diciamo che il testo unico della rappresentanza sindacale prevede che il lavoratore che nel corso dell’anno cambia sindacato, dal mese successivo al cambio non è più iscritto alla precedente organizzazione. Loro usano ancora un vecchio balzello in cui il cambio d’iscrizione è annuale, a fine anno. Questa è consuetudine, non regola. E in certe fabbriche (non ci dice quali, nda) quando ci sono situazioni critiche Fim e Fiom entrano senza convocazione formale violando legge e accordi interconfederali. Avere divisioni in fabbrica - conclude - stanca i lavoratori e oggi tanti iscritti alla Fiom mi dicono di non reggere più».
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