Cronaca / Merate e Casatese
Mercoledì 25 Ottobre 2017
Tre mesi di sospensione per il caposala
«Atteggiamento scortese con i pazienti»
Provvedimento disciplinare nei confronti di Francesco Scorzelli, a casa da oggi É già l’ottavo: «Farò ricorso, non ci sono testimoni e denuncerò l’azienda per mobbing»
Tre mesi di sospensione dal lavoro per il caposala del pronto soccorso di Merate Francesco Scorzelli.
È questa la sanzione comminatagli dall’ufficio procedimenti disciplinari e comunicata nella giornata di ieri al diretto interessato, che ha però subito annunciato che farà ricorso.
Tre contestazioni
Tre le contestazioni mosse al caposala del reparto, che in più occasioni ha fatto parlare di sé .
La prima risale alla metà del mese di maggio quando in pronto soccorso arriva una paziente, accompagnata dal marito e da due psicologi. Nel momento in cui Scorzelli cerca di allontanare questi ultimi due dal corridoio del pronto soccorso, utilizzando un linguaggio inadeguato, c’è la reazione che ha portato alla segnalazione. La seconda contestazione riguarda sempre questo stesso episodio e riferisce che in quell’occasione il caposala non aveva esposto in maniera visibile, come da disposizioni aziendali, il cartellino di riconoscimento.
È successivo, ed è avvenuto nel periodo estivo, il secondo episodio. In questo caso, la contestazione mossa dall’ufficio disciplinare riguarda un post pubblicato da Scorzelli sul proprio profilo Facebook. Post in cui raccontava di avere vietato a un’anziana di attraversare il corridoio del pronto soccorso per andare a prendere il nipote invece di fare il normale giro esterno.
In base al regolamento aziendale, per non avere tenuto un comportamento corretto e non lesivo della dignità delle persone, ma anche per non essersi dimostrato cortese con gli utenti, il caposala rischiava una sospensione fino a sei mesi di tempo.
«Una sanzione ingiusta»
La pena di tre mesi gli è stata inflitta perché i tre membri della commissione hanno ravvisato nel comportamento del caposala «il massimo grado di intenzionalità», la «rilevanza dell’infrazione rispetto agli obblighi del dipendente», la «rilevanza della responsabilità, connessa al ruolo rivestito nell’azienda», il «danno causato agli utenti» nonché quello «di immagine» all’azienda oltre al fatto che, nel biennio, il caposala è già stato oggetto di analoghi procedimenti disciplinari.
«Farò ricorso contro questa sanzioni che ritengo ingiusta - ha subito dichiarato Scorzelli, che da oggi è formalmente sospeso - perché non ci sono testimonianze. Tutte le persone sentite, oltre a quelle coinvolte, hanno riferito di non avere sentito nulla. Dimostrerò che le cose sono andate diversamente. In questo procedimento, ci sono tantissimi errori che contesterò. Inoltre, sono intenzionato a denunciare l’azienda per mobbing». Non ha invece voluto entrare nel merito la direzione aziendale, dal momento che la sanzione è stata decisa dall’ufficio procedimenti disciplinari.
Sul capo di Scorzelli, nel frattempo, pende un altro procedimento. L’ottavo, in pochi anni. In questo caso, il caposala è accusato di avere rilasciato dichiarazioni ai giornalisti raccontando di avere pagato di tasca propria un bonus agli infermieri che avevano rinunciato a un riposo per andare incontro alle esigenze dell’aziendan
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