Tenta di rubare un carro funebre: arrestato 23enne di Lomagna

Lomagna

Rubare tutto, rubare subito: persino i carri funebri, se non c’è niente di meglio. A provarci sono stati tre ladri entrati in azione a Desio, in provincia di Monza, che nella notte tra venerdì 14 e sabato 15 marzo, dopo essersi introdotti negli uffici dell’impresa di pompe funebri “Egidio Spreafico”, si sono impossessati delle chiavi di tre “mezzi aziendali” parcheggiati nel cortile dell’agenzia. Il colpo dal bottino insolito è saltato solo grazie all’intervento delle pattuglie dei carabinieri che hanno arrestato un giovane di 23 anni completamente incensurato, residente a Lomagna.

Entrati furtivamente nei locali delle pompe funebri, dunque, il ragazzo di Lomagna e i due complici non hanno trovato niente di meglio da rubare che un foglio con una cinquantina di marche da bollo da 16 euro l’una, e le chiavi per l’accensione di tre mezzi utilizzati dall’azienda per lo svolgimento del servizio.

L’arrivo di una pattuglia dei Nucleo radiomobile dei carabinieri di Desio, tuttavia, ha mandato all’aria il piano della banda, che è sembrato piuttosto casuale, improvvisato e dettato dalle circostanze del momento. I malviventi si erano accorti comunque dell’arrivo delle forze dell’ordine, ma non a tutti è riuscita la fuga.

A finire in manette è stato dunque il giovane di Lomagna, sconosciuto alle forze dell’ordine fino all’altra notte, e arrestato con le accuse di furto aggravato e resistenza per aver cercato di opporsi con violenza all’arresto dei militari del Radiomobile, al termine di un breve inseguimento concluso in viale Rimembranze, vicino al cimitero del comune della provincia di Monza.

Ad accorgersi dell’intrusione dei ladri è stato il sistema di sorveglianza installato all’interno dei locali dell’impresa di pompe funebri, che ha fatto sì che scattasse l’allarme alle forze dell’ordine dopo aver inoltrato “l’alert” alla figlia del titolare dell’attività di pompe funebri, che ha visto sul proprio telefono cellulare le immagini dei banditi con i cappucci o i cappelli calati sulla testa.

La mattina successiva, il 23enne di Lomagna è stato condotto dai militari a palazzo di giustizia di Monza, dove ha affrontato l’udienza di convalida dell’arresto, che è stato giudicato legittimo dal tribunale brianzolo che, comunque, lo ha rimesso in libertà, essenzialmente in virtù della sua incensuratezza. Sulle circostanze dell’arresto, il ragazzo ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre il suo difensore era intenzionato a chiedere che venisse giudicato in altra udienza con un rito alternativo.

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