Sigillata la pista di pump track a Merate,
veniva utilizzata anche se non collaudata

«I lavori - spiega l’assessore ai lavori pubblici Mattia Muzio - sono terminati già da qualche tempo. Tuttavia, il cantiere deve ancora essere chiuso. Il direttore dei lavori sta infatti preparando tutta la documentazione necessaria al collaudo proprio in questi giorni. Non potevamo ancora aprire»

Sigillata la pista di pump track. Nonostante non sia ancora stata collaudata, numerosi utenti la utilizzavano. Così, per evitare che qualcuno si facesse male, in municipio hanno deciso di intervenire. E di intervenire nella maniera più drastica possibile. Quella cioè di chiudere l’accesso alla pista con i lucchetti e stendere il nastro bicolore. «I lavori - spiega l’assessore ai lavori pubblici Mattia Muzio - sono terminati già da qualche tempo. Tuttavia, il cantiere deve ancora essere chiuso. Il direttore dei lavori sta infatti preparando tutta la documentazione necessaria al collaudo proprio in questi giorni. In queste settimane, si è provveduto a seminare tutt’attorno alla pista e l’erba sta crescendo poco alla volta. Non potevamo aprire».

Eppure, nonostante il cancello fosse chiuso e fosse stato affisso in maniera ben visibile un cartello, molti si sono comportati come se la pista fosse aperta e utilizzabile. Quando in municipio lo hanno saputo, su segnalazione dei residenti, che già prima della realizzazione dell’impianto avevano sollevato dubbi e perpelessità, temendo di andare incontro a continui disturbi, sono subito intervenuti. «Il cancello era chiuso ma qualcuno lo apriva di giorno. Poi, di notte, c’era gente che entrava. Siamo intervenuti sostituendo i lucchetti presenti con lucchetti ancora più grandi. Inoltre, abbiamo messo un cartello con cui avvertiamo le persone che la pista non è collaudata e steso il nastro bianco e rosso». Le contromisure adottate dagli amministratori di Palazzo Tettamanti pare abbian funzionato. Da allora, infatti, nessuno si è più azzardato a violare l’accesso della pista. «Si tratta - precisa l’assessore - di una questione di responsabilità. Se qualcuno dovesse entrare e farsi male, ci sarebbe un problema». Da qui la decisione di intervenire come si fatto.

Quello che è accaduto a Brugarolo per la pista di pump track ricorda da vicino quanto accaduto per il parco giochi delle Piramidi e la sistemazione di tutta la zona sopra all’area cani l’anno scorso. In più occasioni, infatti, gli agenti della polizia locale erano stati costretti a intervenire per allontanare gruppi di ragazzi sudamericani che, dopo avere oltrepassato la rete, si stavano divertendo giocando a calcio. Ed era avvenuta la stessa cosa anche per gli attrezzi del circuito Ocr, obstacle course race di via Allende, dove giovani atletici si allenavano nonostante fosse ancora aperta l’area cantiere. In entrambi i casi, una migliore comunicazione sulla chiusura della struttura aveva evitato che gli episodi si ripetesse.

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