«Ripristinate l’accesso o lo Stallazzo sarà costretto a chiudere»

«I numeri parlano da soli e senza economia la scelta più probabile è chiudere», è questo il bilancio che trae Luigi Gasparini, della cooperativa Solleva, sul destino dello Stallazzo lungo l’alzaia di Paderno. Da un lato la frana ha chiuso l’accesso diretto da sud, dall’altro il maltempo sta tenendo lontano gli avventori.

«La frana e l’interruzione della alzaia hanno comportato una perdita negli incassi del Ristoro Stallazzo, pari a 6790 euro circa. Questi dati, ufficiali e formali, nascono dal raffronto tra i corrispettivi 2023 e del 2024, tra il 16 maggio (il giorno della frana) e il 21 giugno». Per cercare di rientrare da queste forti perdite «abbiamo informato il Parco Adda Nord chiedendo la sospensione del canone di locazione e un contributo per i numerosi interventi che la cooperativa solleva ha disposto nel passato a spese proprie: la sostituzione dell’impianto di riscaldamento e la manutenzione straordinaria della alzaia con rimozione di diverse decine di alberi caduti».

La cooperativa Solleva nonostante il timore di un crollo degli accessi generato dalla frana avvenuta a metà maggio che ha interrotto l’alzaia a sud, ha deciso di tenere aperto nei mesi estivi come sempre. Dopo si deciderà come procedere. «Un mese fa, la frana caduta lungo l’alzaia dell’Adda nel comune di Cornate, mortificava severamente le nostre ambizioni – spiega Luigi Gasparini - Stavamo preparando la proposta per l’estate con tante mostre, concerti, cultura e divertimento e tante novità culinarie. Purtroppo i continui temporali, forti ed insistiti, hanno determinato il disastro che tutti oggi conosciamo. In queste settimane abbiamo cercato di comunicare con tutti, ovunque abbiamo trovato solidarietà, comprensione, amicizia. Alcune realtà locali hanno subito messo in campo iniziative per aiutare la causa, per aiutare a contenere i disagi».

L’appello che lancia Gasparini è rivolto prima di tutto alle istituzioni, chiamate «ad accelerare i tempi di ripristino della viabilità, pur consapevoli delle complessità tecniche. Chiudere una ciclabile di interesse regionale porta danni ovunque, specialmente nel lecchese che tradizionalmente nei fine settimana riceveva visite da gruppi ciclistici organizzati». Ma anche viene chiesto alle persone che provengono da sud e lo frequentavano, di fare qualche chilometro e tornare.

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