Propaganda neonazista e istigazione all’odio razziale, nei guai studente di Brivio

Ai primi di dicembre l’inchiesta della procura di Bologna che tocca anche un 54enne di Bosisio Parini, ora un’altra indagine (stavolta coordinata dalla procura di Milano) sulla propaganda di matrice neonazista ed antisemita che arriva ancora in provincia di Lecco. Il reato ipotizzato, molto grave, è quello di istigazione a delinquere aggravata dall’odio razziale. Gli indagati sono 11, tutti universitari tra i 19 e i 24 anni, e gli inquirenti milanesi hanno disposto nei loro confronti una serie di decreti di perquisizione (con contestuale avviso di garanzia) eseguite in tutta Italia. Tra questi c’ anche un 21enne di Brivio, Jacopo Cecchi, difeso dall’avvocato Maria Luisa Frisenda. Nella rete sono finti anche due comaschi, il ventenne Mert Bekir Sendil, e Massimiliano Del Grande, anche lui ventenne e cittadino di Cermenate.

Secondo quanto ricostruito dalla polizia postale, gli indagati, attraverso Telegram, in particolare su canali e gruppi chiamati “Tricolore del sangue italico”, “Ordine attivo terzista”, “Spirito fascista”, “Sangue e suolo”, o “Rinascita popolare italiana”, avrebbero propagandato idee naziste e fasciste sulla superiorità della razza bianca, nonché sull’odio razziale nei confronti degli ebrei, e anche istigato a commettere atti di violenza sempre per motivi etnici e razziali. Le indagini degli agenti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica riguardano il periodo compreso tra dicembre 2023 e settembre 2024, e sono state condotte con intercettazioni telefoniche e analisi delle conversazioni sui social. Durante le perquisizioni sono state anche finite sotto sequestro anche diverse armi ad aria compressa e da softair, tra cui un fucile e una pistola automatica, oltre a bandiere con simboli nazisti, e una copia del Mein Kempf.

Gli 11 giovani finiti sotto inchiesta, sono tutti studenti universitari iscritti alle facoltà di Lingue, Storia, Filosofia, Lettere classiche e Veterinaria, ad eccezione di un 24enne, unico lavoratore del gruppo, impiegato presso una fabbrica in Svizzera. Un dodicesimo indagato di 17 anni, per il quale procede la Procura dei Minori, è invece uno studente all’ultimo anno delle superiori. Ai primi di dicembre era finito nei guai il 54enne Cristian Massimiliano Borghetti, residente a Bosisio Parini, indagato a piede libero nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai magustrati bolognesi che aveva portato a una dozzina di misure cautelari e aveva acceso un faro su un gruppo di fanatici che si erano dati come nome quello di «Werwolf Division», ispirato ai cosiddetti «lupi mannari», i reparti creati dal gerarca nazista e criminale di guerra Heinrich Himmler.

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