Cronaca / Merate e Casatese
Lunedì 14 Settembre 2020
Ponte San Michele a Paderno
Code sì, ma nessun collasso
La ripresa del passaggio dei treni e lo stop ai veicoli
hanno provocato file soprattutto nella Bergamasca
Il primo giorno di riapertura del San Michele al transito ferroviario dopo due anni esatti di fermo conferma quanto già noto. Sono i bergamaschi a venire in Brianza al mattino ed a tornare nell’Isola alla sera, mentre il flusso inverso è assai più limitato. Non ci sono pendolari, ma solo traffico commerciale di corrieri, furgoni e camion che passano nelle ore non di punta.
Se le code al ponte stamattina dalla parte di Paderno erano di una ventina di auto, dal lato bergamasco dell’Adda hanno superato il chilometro abbondantemente. Per la precisione «un chilometro e trecento metri – come dice il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio – e la stessa situazione si è verificata al ritorno da noi».
A mezzogiorno il primo cittadino, assieme all’assessore regionale ai trasporti Claudia Terzi, al direttore di Rfi Lombardia Luca Cavacchioli, all’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile e il sindaco di Calusco Michele Pellegrini, ha fatto un sopralluogo al ponte di Paderno per verificare l’impatto del traffico ferroviario su quello stradale in corrispondenza del blocco della circolazione delle auto quando transitano i treni.
La visita al ponte si è svolta a mezzogiorno, è durata poco più di un’ora, ed è servita per fare il punto della situazione.
Niente fanfare, nessuna cerimonia istituzionale, solo un sopralluogo tecnico per verificare le condizioni per minimizzare l’impatto del rosso contemporaneo sui due lati del ponte.
«Abbiamo visto che dura poco di più del previsto, fra i tre ed i quattro minuti – spiega il sindaco – ed abbiamo concordato di lavorare per ridurre il più possibile questi tempi. Si può agire sulla velocità di approccio dei treni al ponte, per raggiungere quella limite di 15 chilometri orari prevista, così come sui tempi dei semafori, per trovare il punto ottimale per ridurre al minimo il tempo delle code».
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