
Cronaca / Merate e Casatese
Lunedì 14 Aprile 2025
Perse la moglie in un incidente, a processo per omicidio stradale
Andrea Brambilla ricorda ogni istante dell’incidente del 2021 nel quale perse sua moglie, Francesca Fumagalli, di Casatenovo, a seguito dell’impatto tra la moto che conduceva e una Fiat 500 L. Brambilla si ritrova imputato per omicidio stradale perché, secondo l’accusa, viaggiava a una velocità superiore al limite. La sentenza è attesa a luglio
Casatenovo
Il ricordo di quegli attimi, rivissuti in aula di tribunale: «Mi vedo ancora quella scena. La macchina davanti a me che esitava. Avrebbe avuto tutto il tempo di svoltare, ma stava ferma. Alla fine decido di passare, e proprio in quel momento lui si avvia. Non ho potuto fare nulla per evitarlo». Andrea Brambilla, 40 anni, ricorda ogni istante di quell’8 maggio 2021, quando, a seguito dell’impatto tra la moto che conduceva e una Fiat 500 L con un ragazzo allora 29enne al volante. Il giorno in cui perse sua moglie Francesca Fumagalli a soli 31 anni, di Casatenovo, madre delle loro figlie piccole.
La donna viaggiava in sella dietro di lui e non sopravvisse allo scontro avvenuto ad Arcore, in provincia di Monza, all’incrocio tra le vie San Martino e Monte Rosa, davanti all’azienda di salumi Rovagnati. Ma per Brambilla, ancora cittadino di Casatenovo, lo strazio ha anche un seguito giudiziario, visto che si ritrova imputato di omicidio stradale di fronte al tribunale di Monza perché, secondo l’impostazione dell’accusa, viaggiava a una velocità superiore al limite che, in quel punto, era abbassato a 30 chilometri all’ora per la presenza di un cantiere.
Dall’istruttoria non sembrano però emergere particolari profili di colpa in capo all’uomo mentre l’automobilista, secondo quanto appreso, ha già regolato la sua posizione, con una condanna rimediata avvalendosi di un rito alternativo. All’udienza celebrata oggi sono stati i consulenti di parte e poi la versione dell’imputato. «Quel giorno io e mia moglie abbiamo incontrato alcuni amici al parco di Monza. Non vedevamo nessuno da tempo dalla nascita della nostra secondogenita due anni prima, e le restrizioni del Covid, all’epoca non permettevano di aver molti contatti sociali», ha raccontato. «Ci siamo presi una giornata per noi, quando, dopo essere stati insieme agli amici, siamo saliti in moto per tornare verso casa. Da Villasanta siamo passati ad Arcore, verso Casatenovo. Sono strade che conosco molto bene perché sono originario di Arcore. La strada era completamente sgombra, a causa della pandemia c’era poca gente in giro. Vedo questa macchina davanti, che doveva svoltare ma non si decideva mai, io rallento, lo facevo sempre in quel punto perché è una rotonda da cui possono sbucare altri mezzi da varie direzioni. Proprio quando faccio per passare lui mi prende, io finisco sul bagagliaio senza neanche il tempo di rendermene conto». Chi avrà la peggio, appunto, sarà sua moglie Francesca, morta dopo il trasporto all’ospedale di Vimercate. «Da allora, quella strada non l’ho mai più percorsa». A luglio attesa la sentenza.
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