Paderno: il nuovo ponte accelera, ma dice addio al sogno dell’Unesco

Brusca ed improvvisa accelerazione per il nuovo ponte sull’Adda tra Calusco e Paderno.E’ stata scelta la prima delle tre ipotesi illustrate nella Commissione Quinta di qualche settimana fa, quella di un ponte unico a doppio binario e doppia corsia poco a sud dell’attuale San Michele.

Ieri mattina un vertice tra la Regione nella persona dell’assessore Claudia Terzi, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini collegato da remoto, i rappresentanti di Rfi, Reti ferroviarie italiane e gli amministratori dei paesi interessati, ha dato il via libera alla progettazione, con l’obiettivo di realizzare l’opera entro il 2030, data di scadenza dell’agibilità al transito ferroviario e stradale del ponte esistente ristrutturato quattro anni fa. C’è purtroppo un corollario poco piacevole nella scelta della prima opzione: il San Michele non potrà essere candidato a diventare patrimonio dell’umanità e sito Unesco.

Troppo stringente il protocollo dell’Unesco per il conferimento del titolo, la presenza a poche decine di metri di un altro ponte moderno inficia irrevocabilmente la possibilità che il ponte ad arcata in ferro di Rothlisberger diventi sito Unesco assieme ad altri cinque ponti sparsi per l’Europa, dalla Germania al Portogallo. «Dalla riunione – fa sapere la Regione in una nota - è emersa la volontà di portare avanti il percorso di progettazione del nuovo ponte ferroviario e viario di attraversamento dell’Adda, opera indispensabile e prioritaria per la mobilità del territorio, con l’esclusione del San Michele dalla candidatura Unesco. Purtroppo, l’incompatibilità tra la realizzazione del nuovo progetto e la candidatura è la conseguenza delle rigide linee guide dettate dall’Unesco».

Per l’assessore alle infrastrutture e mobilità della Regione, Claudia Terzi, «per il ponte di Paderno si delinea un nuovo orizzonte. Finalmente si parte con la fase di progettazione per il nuovo attraversamento sull’Adda, un’opera necessaria e strategica per garantire la mobilità tra le due sponde e il collegamento tra province, così da non isolare nuovamente le comunità che già in passato hanno subito l’interruzione del ponte. Regione Lombardia, da sempre sensibile alla tutela del territorio, si è resa inoltre disponibile a istituire un tavolo istituzionale permanente tra Rfi, Regione ed enti locali, con il supporto delle Province, per seguirne la progettazione.

L’obiettivo è realizzare un’infrastruttura moderna in dialogo con una antica, anche attraverso l’indizione, da parte di Rfi, di un concorso internazionale di progettazione». Nella seduta della commissione regionale i sindaci lecchesi e brianzoli avevano espresso profonda preoccupazione per l’impatto sulla viabilità locale, per questo motivo verrà istituito un tavolo permanente di consultazione e confronto tra Regione, enti territoriali e Rfi per studiare le misure di mitigazione e potenziamento delle strade esistenti e forse progettarne e realizzarne di nuove. Non sono esclusi neppure futuri possibili limiti di transito per particolari mezzi pesanti sul nuovo ponte.

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