Paderno d’Adda, mozione sul ponte

Il gruppo consiliare Prospettive per Merate, guidato dall’ex sindaco Massimo Panzeri spinge per un impegno concreto e fattivo dell’amministrazione comunale per il Ponte di Paderno. Ha infatti presentato una mozione, da discutere in una prossima seduta del consiglio comunale, che vorrebbe impegnare la giunta ed il sindaco su vari fronti per quella che probabilmente è l’opera viabilistica più importante del meratese degli ultimi anni.

Al sindaco Mattia Salvioni viene chiesto di «vigilare sulle tempistiche di progettazione e realizzazione del nuovo ponte, chiedendo a Rfi la presentazione ed il rispetto di un cronoprogramma dettagliato in tempi celeri ma soprattutto certi». Dopo l’incontro dello scorso 24 luglio infatti non ci sono stati ulteriori sviluppi, adesso si sa che la nuova struttura sarà a doppio binario sotto e doppia corsia stradale sopra, a qualche decina di metri a sud dell’attuale San Michele.

Nel frattempo però non si deve lasciare incustodito l’attuale ponte, anche perché probabilmente dovrà funzionare anche dopo la prevista dismissione del 2030: «Il sinparti«daco dovrebbe farsi promotore con Rfi perché venga proseguito il costante monitoraggio del San Michele e che sia avviata una puntuale analisi per verificare la durabilità dell’infrastruttura anche eventualmente oltre il termine del 2030 per consentirne l’uso in sicurezza agli utenti nell’attesa della sua sostituzione senza ulteriori chiusure». Quello che si vuole scongiurare è una ripetizione di quanto accaduto tra il 2018 ed il 2020, quando la chiusura del San Michele determinò incredibili disagi per le popolazioni delle due sponde dell’Adda.

Tra l’altro verrà chiuso anche il ponte di Brivio per un anno e mezzo, ed averli bloccati in contemporanea sarebbe un disastro. Ovviamente per Salvioni sarà indispensabile «partecipare ai tavoli sovracomunali pechè nella fase di progettazione sia dato mandato alle Province di Lecco e Begamo di proseguire nella valutazione delle necessarie opere di miglioramento della viabilità di accesso e collegamento al nuovo viadotto», e questo è uno dei punti più controversi dell’intero progetto, che preoccupa molto le amministrazioni dei paesi rivieraschi della sponda lecchese. Panzeri chiede che venga verificata la possibilità di ripresentare la candidatura del San Michele come Patrimonio Unesco una volta finito il nuovo viadotto e che Salvioni «proponga l’istituzione di un tavolo permanente interprovinciale per discutere anche con tutti i sindaci dei territori coinvolti le possibili soluzioni migliorative in termini di viabilità e collegamenti» e che venga proposta, in fase di progettazione, la realizzazione di «adeguate opere di mitigazione ambientale a salvaguardia dei cittadini residenti vicino ai futuri innesti del nuovo viadotto, sia il potenziamento della Bergamo-Milano via Carnate».

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