Cronaca / Merate e Casatese
Mercoledì 22 Luglio 2020
Nuovo San Michele, l’altolà di Paderno
«Non vogliamo altro traffico in paese»
Tutti d’accordo sul ponte ferroviario,
contrasti invece su quello per i veicoli su gomma
C’è un ostacolo di non poco conto, sulla strada che porta alla costruzione di un ponte viario alternativo al San Michele. È la posizione di Paderno D’Adda, che rischia di complicare i piani di chi vedeva già un altro ponte bello che costruito.
Il recente sopralluogo sull’Alzaia voluto dal Parco Adda Nord, che ha visto partecipare gli esponenti di Calusco, Paderno, Rfi e dello stesso parco (nella persona della nuova presidente Francesca Rota) ha permesso di fare il punto sulla questione.
Il direttore territoriale di Rfi Luca Cavicchioli ha confermato come il San Michele (che verrà aperto ai treni il prossimo settembre) abbia ancora una vita utile di “soli” 20 anni. Nel 2040 dovrebbe diventare pedonale e solo pedonale: questo il responso dei tecnici che nonostante la profondissima ristrutturazione in atto, non garantiscono un orizzonte temporale più lungo. Dovrebbe diventare dunque un monumento di archeologia industriale inserito nel patrimonio mondiale dell’Unesco assieme ad altri quattro ponti in ferro simili sparsi in mezza Europa, dalla Germania al Portogallo.
Come noto, verrebbe sostituito da altri due ponti: uno ferroviario ed uno viario.
Per quello ferroviario ormai i giochi sembrano fatti. È invece ancora in alto mare la scelta per il secondo ponte viario. «Non siamo contrari a priori – premette Gianpaolo Torchio, sindaco di Paderno – ma serve che venga inserito in un contesto più ampio e più alto. Il problema è che un ponte di quel tipo diventa un enorme attrattore di traffico pesante e non».
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