Nega ogni accusa il medico arrestato per violenza sessuale

Ha risposto alle domande del giudice, negando tutte le accuse che gli erano state rivolte dalle pazienti (almeno tre quelle che avevano puntato il dito contro il dottore, una con una denuncia querela formalizzata) fornendo al gip i motivi per cui a suo dire quelle donne avrebbero potuto avercela con lui. Un interrogatorio – quello di garanzia successivo all’esecuzione della misura cautelare ai domiciliari – in cui la difesa ha chiesto l’attenuazione della misura, se non addirittura la revoca della stessa. Il giudice firmatario dell’ordinanza, tuttavia, non ha ancora sciolto la riserva ed al momento il medico di base è rimasto ai “domiciliari”.

Si è tenuto nelle scorse ore il faccia a faccia tra l’indagato e il giudice che, accogliendo quelle che erano state le richieste del pubblico ministero Alessandra Bellù, ne aveva disposto l’arresto. Il medico, Chreim Hussein, origine libanese e residente a Cernusco Lombardone (67 anni), da alcuni mesi aveva preso possesso dello studio in quel di Novedrate che ancora occupava nelle ore dell’esecuzione della misura restrittiva.

Ad accusarlo, come detto, c’è soprattutto una ragazza che si era presentata per una visita e che aveva raccontato di essere stata molestata e palpeggiata. Per questo motivo, con grande sangue freddo, era tornata nello studio di Novedrate registrando tuttavia quanto avveniva, prova poi messa nelle mani dei carabinieri di Cantù che avevano poi avviato le indagini. Ma nelle settimane successive a questo primo episodio che risale al 7 settembre, altre due pazienti avevano riferito di metodi poco ortodossi del dottore. Una pare che fosse stata invitata a spogliarsi dopo aver fatto presente che si presentava per il controllo di alcuni nei.

Ma in generale erano stati i metodi di visita del dottor Chreim Hussein a finire al centro delle indagini della procura, ritenuti troppo invasivi anche senza alcun apparente motivo. Da quanto era stato possibile ricostruire, contestualmente alla notifica della misura cautelare ai domiciliari – che come detto è rimasta in vigore anche dopo l’interrogatorio, seppur con una riserva che il gip deve ancora sciogliere - era stata anche eseguita una perquisizione domiciliare a Cernusco Lombardone dove il dottore vive, nel corso della quale erano stati sequestrati diversi apparati informatici che saranno analizzati da un consulente informatico nominato dalla Procura.

Accuse che tuttavia, nell’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice delle indagini preliminari, l’indagato a respinto con forza, segnalando al gip perché – a suo dire – quelle tre donne avrebbero potuto avercela con lui. Una versione che per il momento non ha modificato nulla, visto che il medico libanese con studio a Novedrate è rimasto ai domiciliari dove si trova da inizio settimana.

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