Merate, spunta la tassa sulla morte

Le opposizioni critiche contro il nuovo balzello. Salvioni: «Nei Comuni in cui esistono un ospedale o case di riposo, gli uffici sono gravati da un lavoro aggiuntivo»

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«Vivere ma anche morire a Merate costa di più». Con una battuta, Massimo Panzeri, capogruppo di Prospettive per Merate, commenta così la decisione della giunta del sindaco Mattia Salvioni di introdurre un nuovo “balzello”.

«In base a quanto deciso in sede di bilancio - spiega Panzeri - d’ora in poi per il trasporto di salme, resti e ceneri, per diritti di segreteria, alle pompe funebri saranno richiesti 50 euro per l’istruttoria amministrativa. Si tratta di un costo in più che per la prima volta è stato introdotto a Merate e che mai prima d’ora era stato richiesto. Tale decisione dimostra come questa giunta sia caratterizzata dall’avere poche idee, zero concretezza ma di sapere aumentare le tasse.

Prime di prendere qualsiasi decisione, ci pensa su molto. Quando invece si tratta di aumentare le tasse, agisce senza esitazione», conclude Panzeri, riferendosi agli aumenti che hanno riguardato l’aliquota Imu per alcune categorie come gli uffici, i ritocchi per le tariffe della mensa scolastica e quelle delle rette della casa albergo Leoni.

«Abbiamo applicato questa nuova tariffa perché nei Comuni in cui esistono un ospedale o case di riposo, gli uffici sono gravati da un lavoro aggiuntivo che altrove non c’è. Per quello che ci riguarda, significa circa 500 decessi in più all’anno», spiega il sindaco Salvioni, che sottolinea inoltre come «la tariffa di Merate sia sensibilmente più bassa di quella in vigore in altri Comuni come Lecco, dove la richiesta è di 110 euro».

Quanto al resto, sottolinea il sindaco, «non c’è stato alcun aumento. Ci siamo limitati al solo adeguamento Istat, pari al 3%. I veri aumenti sono avvenuti prima, durante la precedente amministrazione, con il project financing partito nel 2023, prima del nostro arrivo in Comune».

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