
Cronaca / Merate e Casatese
Mercoledì 13 Marzo 2019
Merate, parco Cannocchiale
Il progetto resta nel cassetto
Lo studio per la riqualificazione è pronto e costerebbe 200mila euro
Ma prima di finanziarlo l’assessore chiede una proroga della convenzione
Duecentomila euro per rimettere a nuovo il parco del Cannocchiale recuperandolo all’antica e originaria conformazione.
Li dovrebbe sborsare l’amministrazione comunale ma gli amministratori sono pronti a pagare solo nel momento in cui la convenzione di comodato d’uso gratuito sarà rinnovata per un periodo lunghissimo.
A riaccendere i riflettori su una questione sul tavolo da anni e ancora irrisolta l’intervento di alcuni cittadini che si sono lamentati delle condizioni sempre peggiori del camminamento che attraversa il parco.
Pronta la risposta dell’assessore all’ecologia Massimiliano Vivenzio che, sulla questione, era già stato sollecitato un paio di anni fa, nel momento in cui la convenzione era in scadenza.
«Allora - rammenta - avevo promesso che mi sarei presentato alla firma del rinnovo della convenzione con un progetto di sistemazione. Quel progetto doveva essere fatto da un professionista e così è stato. Anzi, ha già ottenuto anche l’ok della sopraintentenza».
Da più di un anno, però, quel progetto, che prevede lavori per una somma superiore ai 200 mila euro, giace nel cassetto della scrivania di Vivenzio. «Grazie a questo lavoro - spiega - il parco potrebbe essere rifatto completamente. Il progetto prevede la sistemazione dei sentieri, la ripiantumazione dei filari dei cipressi, alcuni dei quali sono malati, ma anche lavori nell’area a nord del parco, dove si trova la statua dell’Ercole».
«Ma prima - continua - vogliamo che la convenzione, al momento rinnovata dai marchesi Brivio Sforza soltanto per un anno (e che scadrà alla fine del 2019), venga prorogata per un lungo periodo. Come minimo vent’anni».
«Oggi - prosegue Vivenzio - il Comune non può fare nulla di più della ordinaria manutenzione. Al massimo possiamo intervenire se ci sono situazioni di pericolo. Per esempio, rimuovere una pianta che rischia di crollare o poco più. Tutto il resto non lo possiamo fare perché non ci è possibile investire soldi su un bene non nostro e che dall’oggi al domani potrebbe non essere più nella nostra disponibilità».
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