Merate: ingoia uno spazzolino da denti, ventenne finisce al Pronto Soccorso

Amato, primario di Endoscopia Digestiva dell’Asst di Lecco: «Non avevamo mai dovuto estrarre spazzolini dallo stomaco, ma abbiamo risolto il problema con una gastroscopia»

«Mamma mi è andato di traverso lo spazzolino, anzi l’ho proprio ingoiato». E così mamma e figlia di vent’anni devono correre al Pronto Soccorso del Mandic di Merate per farselo togliere. Sembra fantascienza, ma invece è successo davvero nella nottata tra domenica e lunedì. Increduli, gli operatori del Triage del Mandic hanno fatto fare una lastra alla ragazza e stropicciandosi gli occhi hanno effettivamente notato il corpo estraneo nello stomaco della giovane.

Avvisato l’operatore reperibile di emergenza, si è proceduto alla sua asportazione. Il dottor Antonio Armellino, endoscopista espertissimo, infatti, non si è perso d’animo e ha preso subito la situazione in mano. Anzi, l’endoscopio in mano.

Arnaldo Amato, primario di Endoscopia Digestiva dell’Asst di Lecco, visto che tutto è andato bene, ora può sorridere ripensando a questa emergenza: «Di spazzolini non ne avevamo mai dovuti estrarne, ma è andata così questa volta. In sé per sé non è un’operazione complicata. anzi, è una semplice gastroscopia, non un’operazione vera e propria. Di solito entriamo con l’endoscopio per osservare lo stato di salute dell’apparato digerente e per togliere i polipi intestinali, non gli spazzolini. Questa volta il nostro apparecchio è servito per prendere come una pinza l’oggetto e prelevarlo. Comunque, di cose strane ne abbiamo viste parecchie nella nostra carriera».

Andiamo con ordine, però: «Non sappiamo come sia andato giù quello spazzolino – spiega Amato -, fatto sta che il dottor Armellino è intervenuto sedando la giovane, una ventenne, e ha prelevato lo spazzolino, cosa complicata più che altro dal fatto che l’esofago, nella sua parte distale, è corto, per cui l’attrezzo per l’igiene dei denti è stato tolto con tutte le attenzioni del caso. Ma è andata bene, questa volta».

La fortuna, nel caso particolare, è che lo spazzolino difficilmente avrebbe potuto ledere in qualsivoglia modo le pareti degli organi attraversati. È di plastica, morbido, con le setole che al massimo avrebbero potuto dare fastidio ma non graffiare o, peggio, tagliare i tessuti circostante. «Altra cosa, invece – continua il primario - è prelevare oggetti taglienti come le lamette. In alcuni soggetti carcerati, con intensioni suicidarie – racconta Amato – abbiamo dovuto procedere con un endoscopio che nella sua parte distale aveva una specie di cappuccio di gomma che ricopriva le lamette e le prelevava senza fare danni attorno a sé. Ma è capitato molto altro».

Sembra incredibile, ma lo spazzolino non è stato l’oggetto più particolare prelevato dal corpo di una persona: «Personalmente – conclude Amato – ho dovuto prelevare un’antenna telescopica, di quelle da radio, che era finita chissà come nello stomaco di un malcapitato». Quella manovra è stata complicata proprio perché l’antenna era “telescopica” e rischiava di allungarsi al momento dell’estrazione. Ma anche in quel caso è bastata la gastroscopia a risolvere il problema.

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