Merate, bimbo nato morto: incontro tra la direzione dell’Asst e i sindaci. «Fatto tutto il possibile, vicinanza alla famiglia»

Si è svolto mercoledì pomeriggio al San Leopoldo Mandic di Merate un lungo incontro fra la direzione dell’Asst Lecco e i sindaci del distretto meratese, che comprende anche il casatese, sulla tragedia avvenuta lo scorso 19 agosto, il feto nato morto alla 34esima settimana di gravidanza portata avanti dalla mamma di 33 anni. Come si ricorderà la mamma, accompagnata dal marito, si sera presentata al pronto soccorso del Mandic ma era stata subito accompagnata a Lecco da un infermiere ed un anestesista dove era stata sottoposta ad un parto cesareo d’emergenza per un’emorragia interna.

Nelle ultime due settimane l’Asst nella persona del direttore Marco Trivelli e del capo dipartimento Roberto Bellù, hanno condotto un audit interno per verificare l’accaduto ed il rispetto delle procedure di emergenza stabilite dal protocollo in materia. E’ stato verificato che il feto «possibilmente, forse probabilmente» era già giunto morto al pronto soccorso dell’ospedale di Merate, ha sostenuto il capo dipartimento Bellù. Forse non ci potrà mai essere la certezza, ma una probabilità di una certa entità si. La mamma si era «auto presentata al pronto soccorso per un problema di perdite di sangue.

Era stata subito valutata la possibilità di invio ad un punto nascita di quarto livello, ed in questo caso gli ospedali di riferimento sono solamente Monza e Lecco». E’ stata valutata la trasportabilità della donna verso Lecco e tutto «è stato svolto in pochi minuti, organizzando il trasporto con un infermiere ed un anestesista mentre ci si metteva in comunicazione con Lecco per attivare una sala operatoria d’urgenza, nonostante fosse in corso un altro cesareo. L’intervento è stato fatto per salvaguardare la donna e la bambina. Non sappiamo se fosse giunta già morta a Merate, è possibile e forse probabile.

C’era un sospetto clinico di un distacco massivo della placenta con sanguinamento interno. L’obiettivo era salvare la donna e la sua futura fertilità. All’arrivo a Lecco la bambina era già morta, è stata emessa una diagnosi di morte uterina fetale. La mamma è stata dimessa dopo tre giorni e dopo una massiccia perdita di sangue, un’emorragia interna». Il direttore generale, Marco Trivelli, ha espresso «vicinanza alla famiglia, al papà ed alla mamma», ed ha detto che è stato osservato «il più stretto silenzio e riserbo» sulla vicenda proprio su richiesta della famiglia che aveva insistito per «il più totale silenzio». Inoltre l’Asst ha aspettato a esprimersi sulla vicenda di avere in mano praticamente tutti gli elementi per redigere la propria istruttoria, che ora andrà all’organismo di valutazione tecnica regionale.

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