Cronaca / Merate e Casatese
Giovedì 21 Febbraio 2019
Merate, allarme suicidi, casi raddoppiati
«Seconda causa di morte tra adolescenti»
Sos lanciato dal neuropsichiatra all’incontro organizzato da “Dietrolalavagna”
Nel 2017 sette casi, nel 2018 nessuno ma dieci tentativi: «Abbiamo seguito 3017 pazienti»
Suicidi in aumento tra i giovani. Ottaviano Martinelli, responsabile della neuropsichiatria infantile dell’ospedale di Lecco, definisce «significativo» l’incremento registrato negli ultimi anni in provincia. Per questo motivo, insieme all’associazione Dietrolalavagna di Merate, ha partecipato a due di tre incontri che hanno per scopo principale quello di costruire una “rete” per intercettare i ragazzi con tendenze suicide e aiutarli ad evitare il tragico gesto.
A breve un terzo incontro
Nell’aula magna di liceo Agnesi, mercoledì sera si è svolto un incontro con i genitori, che fa seguito a quello con insegnanti e assistenti sociali, cui ne seguirà un terzo, nei prossimi giorni, con i ragazzi.
«Purtroppo - racconta - negli ultimi anni i comportamenti autolesivi adolescenziali sono aumentati in maniera significativa. Nella nostra provincia, tra le più a rischio d’Italia, negli ultimi quattro anni ci sono stati sette suicidi di minori. Nel 2018, non se ne è registrato nessuno, tuttavia i tentativi sono stati dieci».
Si tratta di una tendenza che segue quella nazionale. Secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, dal 2015 al 2017, il numero dei suicidi è raddoppiato, passando da 3,3 a 5,9 casi su 100 ragazzi tra i 14 e i 19 anni.
Al punto che ormai, spiega Martinelli, «in Italia il suicidio è la seconda causa di morte tra gli adolescenti, mentre in nazioni come gli Usa è al primo posto».
Proprio per l’incremento del fenomeno, che non ha precedenti, sono cresciuti esponenzialmente anche i pazienti seguiti dal dottor Martinelli. «Nel 2017, come neuropsichiatria abbiamo seguito 307 casi. E ormai, considerato che il problema del suicidio è sempre più importante, andiamo a ricercare attivamente chi potrebbe essere tentato di ricorrervi. Secondo le nostre ricerche, uno su sei potrebbe farlo. Ecco allora l’importanza di fare prevenzione, per evitare che i ragazzi tentino di togliersi la vita».
Fondamentale risulta il lavoro sul campo svolto da un’associazione come Dietrolalavagna che ha compreso quanto sia diffuso il fenomeno e quanto sia difficile combatterlo.
Rete di protezione
I tre incontri organizzati in queste settimane vanno nella direzione di costruire quella “rete” di protezione degli adolescenti che, coinvolgendo diversi interlocutori (insegnanti, genitori, ragazzi), tenti di intercettare il problema per poi tentare di risolverlo.
«In ciascuno dei tre incontri, grazie agli esperti che hanno risposto al nostro invito - sottolinea Patrizia Riva - abbiamo cercato di fornire suggerimenti su come agire. Agli insegnanti abbiamo suggerimento di evitare di enfatizzare l’aspetto romantico del suicidio, alla Werther, per intenderci, o di dare troppo spazio a iniziative come i bigliettini o al mazzo di fiori sul banco del compagno di classe che se ne è andato.
Ai ragazzi, invece, fondamentali sentinelle di quel che accade ai compagni, chiederemo invece, nel momento in cui dovessero venire a sapere che l’amico ha queste intenzioni, di raccontarlo agli adulti, in modo da potere intervenire coinvolgendo le figure più adeguate».
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