Mandic, il punto nascite verrà chiuso

Merate È quanto avrebbe preannunciato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, ieri in città - Ancora: «Dal primo gennaio, a ogni presidio ospedaliero sarà assegnato un obiettivo preciso»

Punto nascite sempre più vicino alla chiusura, gettonisti e cooperative fuori dall’ospedale, in particolare dal pronto soccorso, infine obiettivi specifici per ogni singolo presidio regionale.

Sono le novità più importanti emerse ieri pomeriggio dal confronto tra l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso e i sindaci di Meratese e Casatese, riunitisi in Palazzo Tettamanti, alla presenza anche dei vertici dell’Asst di Lecco, a cominciare dal direttore generale Paolo Favini.

Numeri sotto soglia

In un’ora e mezzo di confronto, Bertolaso ha raccontato ai sindaci la sua ricetta per rilanciare la sanità lombarda, nei confronti della quale è stato piuttosto critico, secondo quanto hanno riferito i primi cittadini.

Al termine dell’incontro, ha riassunto brevemente quanto raccontato ai sindaci che si sono riuniti per ascoltarlo. «Per Merate da parte nostra c’è il massimo impegno», ha detto, assicurando che «non c’è alcuna intenzione di ridurre le attività». Anzi, Bertolaso intende lavorare per «recuperare la fiducia dei cittadini» nel presidio, garantendo «il migliore servizio di pronto soccorso possibile».

Sul punto nascite, invece, è stato meno chiaro. «Sul punto nascite - ha affermato - stiamo lavorando per vedere che cosa fare. Garantiremo prevenzione, screening, accompagnamento alla gravidanza con i migliori servizi ambulatoriali possibili». E ha escluso il ricorso a una “sospensione” temporanea del servizio, come si ventilava da qualche tempo.

«Le sospensioni - ha affermato con decisione - sono iniziative che si prendono quando non si sa che cosa decidere. Io invece prendo decisioni. Il punto nascita, se ci saranno le condizioni, continuerà. Se no, chiuderemo e garantiremo servizi di assistenza ginecologica a tutte le donne che saranno i migliori possibili».

Queste le dichiarazioni post incontro ai giornalisti. Parlando ai sindaci, invece, sarebbe stato più netto. E avrebbe esplicitamente parlato di chiusura perché, ormai da tre anni, non ci sono i numeri. I parti, infatti, sono precipitati sotto quota 300, quando la soglia minima è di 500.

Bertolaso ha quindi precisato che il rilancio del presidio passerà attraverso la valorizzazione di reparti come la «pneumologia, fiore occhiello dell’ospedale» senza dimenticare di «riorganizzare la squadra di medici e infermieri, attraverso iniziative ancora in studio».

Via i gettonisti

Tra quelle già preannunciate dall’assessore, una delibera che sarà portata in giunta lunedì: «Per quello che mi riguarda rispetteremo la legge, che dice che gettonisti e cooperative devono scomparire». In tal modo, è parso di capire, si intende migliorare il rapporto che negli anni si è sfilacciato tra ospedale e territorio. Come e quando però lo farà, non lo ha precisato.

Altra novità importante a livello regionale, che avrà declinazioni a livello territoriale, sarà quella secondo cui a ciascun direttore generale saranno assegnati obiettivi specifici. «Dal primo gennaio, a ogni direttore sarà assegnato un obiettivo specifico. Ciascuno avrà indicazioni precise, tempi, impegni, attività e servizi che devono essere garantiti».

Per stabilire quali saranno quelli del Mandic, Bertolaso si è impegnato a ritornare a Merate tra due mesi, per definirli insieme ai referenti territoriali, sindaci in testa.

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