Mandic, dopo il pronto soccorso

traballa anche il punto nascite

Merate, numeri troppo bassi per i parametri regionali

Favini: «Diamo già più di quanto previsto da Milano»

Merate

I freddi numeri potrebbero determinare la chiusura di pronto soccorso e punto nascita dell’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate.

Se infatti il futuro dovesse confermare l’attuale trend, per i due reparti del San Leopoldo Mandic il destino sarebbe pressoché segnato. Lo ha lasciato intendere, il direttore generale Paolo Favini, a margine della conferenza di presentazione del nuovo primario di pediatria.

La giunta regionale ha deliberato che per i reparti di emergenza e urgenza con un accesso medio giornaliero di pazienti inferiore a 100 debba essere garantito un servizio minimo di sole 12 ore.

«Le regole non si commentano - chiosa Favini - semmai si interloquisce con la direzione generale Welfare per assicurare ai cittadini, all’interno delle regole, servizi appropriati e soddisfacenti». Ieri ha spiegato che l’Asst è «alla ricerca di qualcuno che ci permetta di tenere il pronto soccorso aperto con gli attuali orari». Ma ha anche ricordato che «quando i medici sanno di dovere venire a lavorare al pronto soccorso del Mandic, non prendono nemmeno servizio». «Stiamo dando di più di quanto previsto dalla Regione - osserva - ma occorrerà controllare che la risposta sia forte e adeguata all’esigenza del territorio, tenuto comunque conto della logica regionale che è di non spreco».

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