L’ultimo saluto a Ermanno Galbusera: «Un uomo umile a cui va la nostra riconoscenza»

Umiltà, disinteresse e beatitudine. Con questi tre concetti, don Emilio Colombo, parroco di Brivio, ha descritto la vita di Ermanno Galbusera, 82 anni, morto in seguito a un tragico incidente domestico mercoledì mattina. Don Emilio non ha faticato a trovare le parole per ricordarlo nel corso dell’omelia durante la messa funebre, a cui hanno partecipato tanti amici, tra cui numerosi ex colleghi e tanti ex amministratori comunali. «Ermanno - ha detto il sacerdote - ha preso la strada dell’umiltà. Ma anche quella dei disinteresse, per una autentica fecondità. Infine, ha cercato la felicità nella via della resurrezione».

Il ricordo più bello è arrivato da don Luigi Oggioni, ex parroco di Beverate per quarant’anni, oggi in casa di riposo a Lecco. Quando ha saputo della tragedia che si era abbattuta sulla famiglia Galbusera, prima ha mandato un messaggio di cordoglio. Poi, ha pensato che doveva esserci di persona. Così, sulla sedia a rotelle, ha partecipato alle esequie, ricordando i tanti anni di collaborazione con Ermanno che ha svolto «tanti piccoli e grandi servizi, non solo per la comunità di Beverate, ma anche nei miei confronti. Un mese fa, era addirittura venuto a trovarmi in casa di riposo. Mi ha raccontato che, per lavoro, stava a Lecco e che di tanto in tanto passava. Così è venuto a trovarmi. Oggi sono qui per dovere di riconoscenza verso lui e verso la sua famiglia».

La tragedia ha colpito l’intera comunità di Brivio. Sparsi qui e la nella navata della parrocchiale in ristrutturazione, c’erano tanti che sono stati amministratori in municipio ai tempi in cui Ermanno Galbusera collaborava con il sindaco Stefano Motta e si occupava della protezione civile, presente con alcuni rappresentanti. Più defilati, i colleghi di lavoro di Milano, dove Galbusera, dopo avere avuto un ruolo dirigenziale in Banca popolare di Lecco, aveva terminato la sua carriera come quadro della Deutsche Bank.

Inspiegabile la dinamica che ne ha stroncato la vita. Come era solito fare, mercoledì mattina, Galbusera aveva raggiunto la vecchia casa di famiglia, in fondo a via Campanile, nella frazione di Beverate. Si stava occupando dei coppi del tetto. Per raggiungerlo, a un’altezza di circa 6-8 metri, si era arrampicato in cima a una scala. Da quella scala è quindi caduto, finendo non a terra ma sulla cancellata, che lo ha trafitto a morte. Sono stati i vicini di casa, usciti per recarsi dal medico per una visita, a notare il corpo dell’uomo e lanciare l’allarme. Quando i sanitari sono arrivati a Beverate, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Ieri, a è stato salutato per l’ultima volta dalla vedova Angela Maria, dalle tre figlie Silvia, Lorenza ed Elisa, dai generi e dai tanti nipoti.

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