Cronaca / Merate e Casatese
Venerdì 11 Maggio 2018
Litiga con il passeggero
perché non ha il biglietto
Autista lecchese licenziato
A Merate La lite era stata ripresa con un telefonino
Il conducente , in servizio da quasi 30 anni, ha perso il posto. L’azienda: «Dovevamo tutelare i nostri passeggeri»
Un video di poco meno di due minuti, ripreso da un passeggero, costa il posto di lavoro a un autista di Asf. Licenziato dall’azienda a metà aprile con l’accusa di aver tenuto un comportamento contrario ai principi dell’azienda.
Protagonista di una probabile vertenza di lavoro è Fabio Uccelli, lecchese, da quasi trent’anni autista di Asf, coinvolto lo scorso mese di febbraio in un’accesa lite con il papà di uno studente accusato di non aver pagato il biglietto.
La lite e il video
La mattina del 6 febbraio scorso alla fermata di Merate l’autista fa salire una serie di studenti. Tra loro un ragazzo, straniero, che è senza biglietto. L’autista gli chiede di procurarsene uno, i due discutono, il dipendente di Asf prende il telefono e chiama i carabinieri ma il giovane, attraverso una colletta tra gli amici, consegna i soldi per il biglietto e scende una volta arrivato a scuola.
Il caso sembrava chiuso, non fosse che ripassando da Merate alla fermata l’uomo trova ad attendere il ragazzo in compagnia del fratello e del padre. I tre salgono e contestano all’autista di aver usato il cellulare per chiamare i carabinieri e aver messo così in pericolo i passeggeri: «Pensa a guidare» gli dicono.
Ne nasce un diverbio i cui toni si alzano. Un passeggero impugna il telefono e riprende. Si sente Fabio Uccelli contestare al padre del ragazzo: «Tuo figlio stamattina mi ha dato del c.... Mi ha insultato».
E il padre: «Non si usa il telefono qua. Così fai gli incidenti». Replica: «Tuo figlio deve viaggiare regolare». Il padre: «Va bene dai la multa». Ancora l’autista: «Tuo figlio ci prendere per il c....» perché pare non fosse la prima volta che viaggiava senza biglietto. E dopo un paio di insulti di rimando e ritorno l’autista urla: «Vai via, interrompi il servizio». Il padre: «Andiamo dai carabinieri». Il dipendente Asf: «Vai, vai dove ti pare. Vai al tuo paese». Una frase, quest’ultima, che ha fatto reagire il padre che ha dato del «razzista» all’autista.
«In realtà - spiega l’avvocato Marco Corti, che con Claudio Mazza assiste il dipendente licenziato - non c’è stato alcun insulto razzista. Il nostro assistito si è sentito aggredito e ne è nata una discussione animata da una parte e dall’altra. Tra l’altro era già stato vittima di un’aggressione in passato, come purtroppo accade spesso agli autisti dei bus. In ogni caso l’azienda, anziché ringraziarlo per essere intervenuto per evitare che un passeggero viaggiasse senza biglietto, ora si ritrova senza lavoro». Un provvedimento che, probabilmente, sarà impugnato.
La replica dell’azienda
Dal canto suo Asf replica: «Il provvedimento disciplinare che ha portato alla risoluzione del contratto di lavoro con il nostro dipendente è una scelta compiuta per tutelare l’immagine e la serietà dell’ azienda e la sicurezza dei nostri passeggeri. L’aggressione verbale, a cui hanno assistito numerosi passeggeri e rivolta nei confronti di un nostro cliente non è giustificabile per i modi e i toni, da noi ritenuti del tutto innaccettabili».n
P. Mor.
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