Cronaca / Merate e Casatese
Martedì 07 Agosto 2018
Lecco. Pronto soccorso
mancano i medici
La carenza di personale in estate diventa drammatica: su 19 sanitari in organico ne mancano 5. Il responsabile: «Riusciamo ancora a garantire il servizio ma siamo davvero in grande difficoltà»
Il Pronto Soccorso di Lecco soffre. Non per il caldo, ma per la carenza d’organico che da strutturale diventa vera e propria emergenza d’estate, quando medici e infermieri cercano (e il verbo è azzeccato) di andare in ferie.
Anche il primario Luciano d’Angelo è precettato: «Siamo sotto di 4-5 unità, ovvero quasi un turno intero – ammette – Stiamo ovviando, naturalmente, e garantendo il servizio, ma siamo in difficoltà. D’altronde non è un problema di Lecco o di Merate, ma strutturale della sanità di tutta Italia. Continuiamo a bandire concorsi ma quasi tutti vanno deserti. Nessuno vuole fare la specialità in medicina d’urgenza e così, con tutta la buona volontà, i nodi vengono al pettine in estate».
Mentre parliamo D’Angelo è impegnato in mansioni che di solito ricoprono i suoi sottoposti. Ma, d’altronde, si fa di necessità virtù: «Non c’è problema in questo senso – afferma il primario del Ps lecchese – Se c’è da aiutare non mi tiro indietro e nessuno di noi, medici o infermieri che siano, lo fa. Ma la sofferenza c’è e ci limita a 14 persone in servizio sulle 19 che dovrebbero essere presenti, più il sottoscritto. Ci stiamo dando una mano a vicenda per sopperire, ma di sicuro qualcosa dovremo chiedere alla direzione strategica, con la quale stiamo interloquendo, per ovviare alla situazione».
Il servizio di emergenza urgenza è sempre monitorato e le carenze d’organico non sono dovute a sottovalutazioni o scarsa organizzazione: «Il nostro piano ferie è stato fatto ben prima di questo periodo – spiega D’Angelo – ma si sa che si va incontro a un periodo di sofferenza e tutte le forze in campo si uniscono per cercare soluzioni alternative. Le ferie sono un diritto di tutti, però. Purtroppo non esistono risorse sufficienti nei Pronto Soccorso italiani. Basta un colpo di vento per andare in difficoltà: noi abbiamo avuto un medico che è andato in pensione, un altro si è licenziato e ha deciso di andare a fare il medico di famiglia. E poi ci sono assenze lunghe a vario titolo. E non c’è margine di operatività, giunti a un certo punto…».
Il problema è che da una parte si deve smaltire, come in ogni “azienda”, il cumulo delle ferie, durante l’anno. E, dall’altra, c’è l’esigenza di garantire il servizio di Pronto Soccorso su buoni livelli: «Io non escludo di fare anche turni di notte, per dare una mano, se ci fossero dei turni scoperti. Fosse necessario, darei una mano ovunque ce ne fosse bisogno. E, comunque, nessuno di noi fa da anni più di una settimana di ferie tutta in una volta. Né io né i miei collaboratori. Il problema è che non si viene a capo comunque della situazione in questi periodi. Speriamo di rientrare a pieno regime a settembre».
D’Angelo spera in un miglioramento della situazione che parta dal ministero della Sanità: «Anche il ministro Grillo si è accorto che non si trovano più medici che vogliono fare questo lavoro. È un mestiere ad alto rischio, sempre in trincea, senza margini per organizzare con calma un fine settimana, per non parlare di periodi natalizi o estivi… è una dedizione unica al lavoro che non tutti accettano. Ma qualcosa per cambiare bisogna farlo, per incentivare la nostra professione. Stiamo cominciando, anche a Lecco, ad assumere medici stranieri, non europei. E la tendenza sarà sempre più quella…».
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