Cronaca / Merate e Casatese
Sabato 05 Settembre 2015
Lecco. Camera commercio
«La riforma aiuta le associazioni»
Vico Valassi replica al ministro Madia:«Sui servizi alle imprese l’ente pubblico è penalizzato, Lecco andrebbe considerato territorio montano»
Scenari dalla riforma delle Camere di commercio. Più che la mano invisibile dell’economia (il mercato), potrà la mano visibile - visibilissima - delle associazioni d’impresa.
La puntualizzazione a Marianna Madia (ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione) è di Vico Valassi (presidente della Camera di commercio di Lecco). Nell’incontro alla festa del Pd a Osnago, la Madia ha spiegato che con la riduzione (meno 35% quest’anno, meno 50% il prossimo) del contributo obbligatorio delle imprese (in media a Lecco la tassa annuale è di 204 euro), le Camere di commercio potranno recuperare le risorse (i soldi) perse con i servizi offerti alle imprese.
In sostanza - secondo il ministro - la capacità di stare sul mercato e di offrire servizi alle aziende compenserà gli enti camerali dei minori introiti dei contributi obbligatori. Così nel mondo ideale della teoria, nel quale la mano invisibile di smithiana memoria potrà aiutare anche le Camere di commercio.
A un profano il ragionamento può sembrare corretto, non a un conoscitore del mondo camerale come Valassi. Che - sempre a Osnago - ha obiettato al ministro: «Gli indirizzi e le scelte delle Camere di commercio - ha puntualizzato Valassi - sono decise da organismi nei quali siedono persone indicate dalle associazioni imprenditoriali, le quali, a loro volta, offrono alle aziende gli stessi servizi che potrebbero essere offerti dagli enti camerali». Come definirlo? Conflitto di interessi, ovvero concorrenza falsata, a discapito dell’ente pubblico. Valassi è stato esplicito: «Le associazioni riuniscono al massimo la metà delle imprese attive. E quelle che non sono iscritte da chi sono tutelate e assistite? A chi possono rivolgersi per avere un servizio? La riforma delle Camera di commercio - ha notato Valassi - sembra più attenta agli interessi delle associazioni d’impresa che a quelli delle aziende e dei territori. E in molti aspetti, la riforma riprende il documento della primavera 2014 della giunta di Confindustria».
In questa fase di passaggio dalle vecchie alle nuove Camere di commercio, va riconosciuto a Valassi (che continua a definirsi «rottamato anche dal territorio») l’orgoglio dell’appartenenza al sistema camerale di cui Valassi prende le difese in ogni sede («Con la riforma i territori sono a rischio desertificazione»).
A Osnago, il presidente della Camera di commercio ha ricordato che «il campus lecchese non sarebbe stato costruito senza l’ente camerale». E al ministro ha anche prospettato l’idea che anche Lecco, come Sondrio, venga considerato territorio montano («Per dirne una, qui abbiamo i Ragni, il gruppo alpinistico più importante al mondo»), dove quindi mantenere una Camera di commercio autonoma. Proposta che sarà difficile venga considerata, mentre è in questi giorni - come ha ricordato Valassi - che si gioca la partita sugli accorpamenti con gli altri enti camerali. Partita fondamentale per il territorio.
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