Lecco, anche al Manzoni addio ai medici a gettone

Il direttore generale dell’Asst Marco Trivelli: «Fortemente ridotto l’apporto di professionisti esterni»

Un buon 56 per cento in meno di spesa per la dirigenza medica “a gettone” e del 16% per il comparto sanitario. L’assessore al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso, rispondendo a una interrogazione del capogruppo del M5s, Nicola Di Marco, nello scorso consiglio regionale, ha tenuto a sottolineare come, dopo anni in cui il sistema sanitario lombardo ha fatto ampio uso di personale medico e infermieristico esterno, nel 2024 la tendenza è al ribasso.

Il piano di reclutamento di personale medico con incarichi libero-professionali, gestito attraverso l’Agenzia Regionale Emergenza Urgenza (Areu), con selezioni pubbliche e compensi equiparabili a quelli del personale dipendente e l’obiettivo di garantire un servizio sanitario più stabile ed efficiente, sembrano sempre più vicini. La dirigenza medica è passata da 480 unità (dicembre 2023) a 214 unità (dicembre 2024), con una riduzione del 56%. Per il comparto sanitario si è passati da 1.054 unità (dicembre 2023) a 881 unità (dicembre 2024), con una riduzione del 16%.

Sul fronte economico, la spesa complessiva per il personale a gettone è scesa da 74 milioni di euro nel 2023 a 50 milioni di euro nel 2024, con un risparmio di 24 milioni di euro per il sistema sanitario regionale. Ma a Lecco? Anche nella nostra Asst qualche miglioramento c’è stato. Il direttore generale di Asst Lecco Marco Trivelli spiega: «Noi stiamo coinvolgendo diversi professionisti a Merate, in Pronto Soccorso per quanto riguarda Anestesia e Rianimazione. Nel primo caso i professionisti coinvolti corrispondono a 7 persone e 2 in anestesia. Abbiamo fortemente ridotto l’apporto di medici esterni in Anestesia e Rianimazione».

Mentre a Lecco si è praticamente annullato il ricorso a medici a gettone o comunque a liberi professionisti, avendo il responsabile del Ps del Manzoni, Luciano D’Angelo, e il suo staff, fatto ricorso esclusivamente a specialisti in medicina di emergenza e urgenza provenienti da bandi e concorsi. Il che va nel solco di quanto voluto da Bertolaso non solo per quanto riguarda il risparmio di denaro che comporta, ma soprattutto la bontà del servizio. Perché, come lo stesso presidente dell’Ordine dei Medici Pierfranco Ravizza va ripetendo da tempo, “una cosa è un medico specialista che lavora in un reparto da anni e un’altra cosa è uno stimabile professionista che viene catapultato in una realtà per poche ore o giorni alla settimana”.

Al di là di quella che lo stesso Ravizza definisce come equità professionale nei compensi: «Se uno va in malattia e viene sostituito da un collega che, fino a poco tempo fa, prendeva quattro volte in più, cosa avrebbe dovuto pensare al suo rientro?». Insomma, la riforma della sanità in favore dei medici provenienti da bandi e concorsi, invece che da liste di liberi professionisti o da cooperative (oramai quasi del tutto sostituite in Lombardia dai liberi professionisti), anche a Lecco fa proseliti e crea consenso.

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