Laghi e stagni a rischio. Attivate le idrovore e trasferiti tutti i pesci

Merate A Sartirana si riesce a ossigenare la poca acqua. San Rocco, invece, è quasi deserto: via tutti gli animali. Alghe e piante infestanti complicano le operazioni

Prelevare i pesci che sono nello stagno di San Rocco, trasportarli altrove e così salvarli.

Se a Sartirana si sta agendo con le idrovore, favorendo il ricircolo e l’ossigenazione dell’acqua, non si può fare altrettanto nel laghetto di San Rocco. Dove, tuttavia, la situazione è più che drammatica.

La profondità

«L’acqua - spiega l’assessore all’ecologia Fabio Tamandi - è quasi scomparsa», e con la mani indica la profondità dello stagno, ridotta a qualche decina di centimetri al massimo nel punto più basso. In centro, invece, la profondità è maggiore. «Per questo motivo - prosegue - ho chiesto a Stefano Simonetti, presidente della Fipsas, di intervenire con i propri volontari e prelevare i pesci per salvarli».

All’appello, Simonetti ha immediatamente risposto e già sabato ha effettuato un primo sopralluogo.

«Ci sono due ordini di problemi - ha concluso l’assessore, dopo essersi consultato con Simonetti. - Il primo riguarda il fatto che il novanta per cento della superficie del laghetto è ricoperto da piante infestanti. I pescatori hanno constatato che se usassero lo storditore, se prima non si ripulisce la superficie, diventa impossibile individuare i pesci. Il secondo problema riguarda la profondità dell’acqua. Nel punto più basso non supera i trenta o quaranta centimetri. Tuttavia, non è possibile entrare a piedi perché sotto l’acqua c’è uno strato di fango di quasi un metro. Occorrerà quindi utilizzare una imbarcazione con fondo piatto».

La prossima settimana, si cercherà di intervenire. Simonetti ha comunque osservato che «nella provincia di Lecco ci sono molti problemi e la possibilità che la fauna ittica incontri difficoltà in questo momento è diffusa. Nei giorni scorsi abbiamo effettuato interventi sul torrente Pioverna, sul Grigna, sull’Aspide. L’Enpa ci ha chiesto di intervenire anche sul laghetto del Tegnoso a Missaglia. Siamo in overbooking. Per quanto possibile, quindi, sentirò i volontari e vedremo come e quando intervenire».

I rischi

Il presidente Fipsas ha inoltre lanciato un grido di allarme. «La situazione è disastrosa e se non si metterà a piovere non può che peggiorare. Spero vivamente che Regione Lombardia studia qualcosa ad hoc. Con quello che sta accadendo, non è possibile che ci si appoggi esclusivamente ai volontari della Fipsas».

Intanto, si lavora anche per salvare i pesci del lago di Sartirana dove la fioritura algale preoccupa ogni giorno di più. «Purtroppo - racconta l’assessore Tamandi - è fallito l’esperimento di utilizzare un’idrovora nella zona della foce. Quello che viene aspirato, essendo molto consistente, blocca i macchinari. Alla fine del canale, abbiamo allora costruito una diga, bloccando il ritorno delle alghe nel lago. Oggi, intendiamo fare intervenire un’azienda di spurghi per cercare di rimuovere quel materiale ed evitare così che ritorni nel lago».

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