I progetti e le idee su palazzo Prinetti

Potrebbe diventare la sede del Comune

Gli studenti del Politecnico presentano i risultati della ricerca sullo storico edificio. L’immobile è di proprietà della parrocchia: diverse le soluzioni prospettate per renderlo fruibile

MERATE

Una serata per scoprire qual è lo stato di conservazione di Castello Prinetti, quali gli interventi prioritari e, soprattutto, quanto servirebbe per trasformarlo da edificio storico ma fondamentalmente inutile in una struttura in grado di ospitare servizi di vario genere.

A fare il punto, lunedì 28, nel corso di un’assemblea pubblica convocata per le 18 nell’auditorium di Palazzo Tettamanti a Merate, gli studenti del Politecnico di Milano, polo di Lecco, ai quali il comitato Castello Prinetti ha affidato il delicato incarico.

A distanza di oltre un anno dal primo incontro, come ha spiegato Stefano Valagussa, gli studenti hanno prodotto un lavoro suddiviso in quattro parti.

«C’è la prima parte essenzialmente storica; quindi ce n’è una seconda dedicata alla diagnostica strutturale e al rilievo dello stato di fatto; una terza parte si concentra sugli interventi di restauro architettonico; da ultimo, infine, c’è una quarta parte che offre spunti e linee progettuali, compreso anche un discorso di fattibilità economica».

Dal momento che l’edificio è di proprietà della parrocchia di Sant’Ambrogio, spetterà ad altri decidere se attivarsi per cercare di concretizzare i suggerimenti. Tuttavia, come ha sottolineato Valagussa, il risultato principale dello studio è che «ora si sa esattamente qual è lo stato dell’immobile».

Di certo, è improbabile che a breve la situazione del castello possa cambiare.

«Considerata la struttura - ha osservato Valagussa - si può soltanto sperare che prima o poi si faccia avanti qualche mecenate che abbia voglia di investire sul castello perché particolarmente legato alla città di Merate. Altra idea, che però è solo mia personale, potrebbe essere quella di un acquisto da parte dell’amministrazione comunale. Per esempio, perché non vendere Villa Confalonieri o altri edifici comunali e, con i soldi ottenuti, cercare di convincere la parrocchia a cedere castello Prinetti?»

Il lavoro che i professori Elisabetta Rosina, docente di restauro, e Paolo Bossi, professore di storia dell’architettura, presenteranno insieme agli studenti lunedì 28 è comunque il passo conclusivo di un iter iniziato nel 2014, quando il castello partecipò al concorso Fai “I luoghi del cuore”.

I voti raccolti furono poco più di 7 mila. Troppo pochi per far guadagnare al Castello lo sponsor che avrebbe permesso l’avvio di lavori di restauro.

Ma sufficienti a far comprendere a tutti quanto i meratesi si sentano legati al loro castello.

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