
Cronaca / Merate e Casatese
Domenica 17 Luglio 2016
«Ho sentito spari lontani
ma sto bene»
La testimonianza Guido Raos, docente universitario meratese, è al campus di Istanbul per un convegno . «Il giorno dopo c’è una quiete quasi surreale. In tanti si sono preoccupati per me dall’Italia, li ringrazio»
Istanbul
Nel momento in cui la Turchia entrava nel caos per il tentato golpe, a Istanbul c’era anche Guido Raos. Ingegnere, professore di chimica e ingegneria chimica al Politecnico di Milano, nel Meratese è noto anche, e soprattutto, per essere portavoce del comitato pendolari che in tante occasioni è intervenuto per chiedere un aumento del numero dei treni o per parlare di sicurezza sui convogli che transitano sui binari brianzoli.
Nella capitale turca, Raos era sbarcato qualche giorno fa, per partecipare a un convegno scientifico per conto del politecnico di Milano, e tuttora in corso.
Alloggiato in un campus universitario della Istanbul Teknik Üniversites, Raos si è accorto di quello che è accaduto nel corso della scorsa notte, anche se alloggia in una zona piuttosto lontana dagli scontri a fuoco.
«In questo momento - ha raccontato - mi trovo all’università tecnica di Instanbul. Sono al sicuro nella mia camera. La situazione al campus è tranquilla. Si sono sentiti rumori, forse di spari, in lontananza».
In università, comunque, non ci sono state incursioni, e l’osnaghese ha capito quello che era accaduto solo successivamente, quando ormai era tutto ferito e l’insurrezione era stata soffocata sul nascere con scontri in piazza e centinaia di morti.
«Mi trovo in una zona lontana dagli scontri e quindi non ho visto nulla. Qui - aggiunge poi lasciando trasparire un minimo di preoccupazione per come potrebbero evolversi le cose - tutto tranquillo. Per ora».
Ieri, il convegno scientifico che ha portato Raos a Istanbul è proseguito «anche se in forma molto ridotta a causa delle cancellazioni». In seguito agli avvenimenti della scorsa notte, infatti, i professori che non erano ancora arrivati hanno preferito non partire e cancellare i loro interventi.
«Non mi muovo dal campus»
«Per oggi - ha concluso Raos, rassicurando tutti gli amici che, sapendo dove si trovava, hanno subito cercato di avere rassicurazioni sulla sua salute - non mi muovo da qui».
Ai tanti che chiedevano informazioni contattandolo via Facebook o twitter, l’ingegnere ha risposto che ha già provveduto a comunicare la propria presenza in Turchia al ministero degli esteri e che «sembra sia tutto finito. C’è un gran silenzio qui», ringraziando tutti per i messaggi inviati ma senza tuttavia fornire una precisa descrizione di quello che sta accadendo attorno a lui. Segno, forse, che ancora una volta, in Turchia, come accaduto più volte negli anni scorsi, i social network vengono bloccati e l’accesso a internet risulta piuttosto problematico. Salvo imprevisti, Raos ha comunque fatto sapere che si fermerà in Turchia fino a mercoledì.
In Turchia si trovano anche la lecchese Bruna Mandelli e altri amici dell’associazione “Insieme si può fare”, che si sono recati al confine siriano per portare aiuti umanitari. Ad alcuni amici preoccupati hanno scritto un messaggio su Facebook: «Siamo bloccati ancora qui ma speriamo di rientrare presto».
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