Già mille firme per chiedere la salvaguardia del parco di Montevecchia

A promuovere la raccolta firme è l’associazione Monte di Brianza che segue con «molta preoccupazione l’evolversi dell’iter per l’elezione del futuro presidente e del consiglio di gestione del parco». La paura è che interessi economici e politico prevalgano sulla politica di salvaguardia portata avanti in questi anni

In pochi giorni, già mille firme di altrettanti cittadini per chiedere ai sindaci di preservare il parco regionale di Montevecchia e della valle del Curone e di non gettare all’ortiche i risultati raggiunti in quarant’anni di lavoro. A promuoverla, l’associazione Monte di Brianza che racconta di seguire con «molta preoccupazione l’evolversi dell’iter per l’elezione del futuro presidente e del consiglio di gestione del parco.

Secondo l’associazione quello che si paventa è un cambio di rotta. Il gruppo sostiene infatti che «fino ad ora il parco ha perseguito una politica di conservazione dell’area protetta attribuendo concessioni a agricoltori e ristoratori in un’ottica di sostenibilità», mantenendo «il giusto equilibrio tra fruizione turistica, interessi economici delle varie attività presenti e salvaguardia dell’habitat naturale». Ritengono invece che la nascita del distretto del cibo, creato dai Comuni di La Valletta Brianza, Olgiate Molgora e Montevecchia sia soltanto «il progetto preliminare per impostare una nuova e divergente visione del parco e delle sue finalità». L’associazione ritiene che il parco sia già sufficientemente antropizzato e che «un ulteriore incremento del flusso turistico, imposto dalle esigenze di pochi operatori commerciali risulterebbe insostenibile», dal momento che già ora nei fine settimana si è spesso costretti alla chiusura delle strade in determinati periodi dell’anno.

Da qui la richiesta ai sindaci, sostenuta dalla raccolta firme, di proseguire nella «politica di salvaguardia» evitando «concessioni che vadano a indebolire l’habitat e la biodiversità». L’auspicio finale è che «l’amministrazione del parco non diventi terreno di conquista dei partiti e che gli interessi economici di pochi non prevarichino su quelli della maggioranza delle persone che hanno a cuore questo territorio».

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