Furto a casa del parroco

«Ho rivissuto l’incubo

di quelle botte selvagge»

Merate, i ladri hanno aspettato che celebrasse messa e hanno svaligiato la villetta vicino alla chiesa di Novate. «Questa volta si sono limitati a rubare, ma ora ho paura»

MERATE

Choc a Novate dove dopo le 18 di domenica, ignoti hanno saccheggiato l’abitazione del parroco don Marino Rossi.
Mentre il sacerdote stava celebrando la messa pomeridiana nella chiesa di Santa Maria della Pace, i ladri si sono introdotti nella sua villetta e hanno letteralmente messo sottosopra i tre piani. I ladri si sono introdotti attraverso una finestrella al piano terra dell’edificio, nella zona del bagno. Con un piede di porco, hanno sollevato la tapparella, che il parroco aveva abbassato. Quindi, hanno forzato la finestra e sono entrati.
Per entrare in azione, con ogni probabilità, i ladri hanno atteso che il parroco, di cui evidentemente conoscono le abitudini, si allontanasse da casa per la messa pomeridiana. Quindi, una volta all’interno, hanno potuto agire con calma, passando al setaccio l’intera abitazione.
«Quando sono rientrato - ha raccontato ancora spaventato il parroco di 75 anni che, dieci anni fa, fu picchiato a sangue da una banda di rapinatori che lo legarono e presero a pugni e sprangate nella sua canonica a Calco - ho trovato un disastro. I ladri avevano buttato tutto all’aria. Non c’era più nulla in ordine. Per terra hanno rovesciato il contenuto di cassetti e mobili».
La furia dei visitatori non si è placata davanti a nulla e ha causato devastazione in tutti i tre i piani della villetta.
Magro, comunque, il bottino. «Sto ancora cercando di capire che cosa abbiano rubato - ha spiegato il parroco, che sta riordinando casa con l’aiuto della sorella e di una fedele. - Di certo sono spariti un paio di orologi che per me avevano un grande significato. Uno era quello regalatomi nel giorno dell’ordinazione mentre l’altro apparteneva a mio padre. Di sicuro sono poi sparite anche monete e medaglie. Poi, non saprei. Di certo, nel bottino non ci sono soldi, perché ho l’abitudine a non tenerne in casa».

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